E venne il giorno di Paolo Zanotto. “Figlio d’arte”, il padre, Giorgio, era stato grande sindaco democristiano degli anni ‘60 e Presidente della Banca Popolare. Figura chiave, nello sviluppo di Verona dei “favolosi anni ‘60”.
Al voto, tuttavia, Paolo Zanotto non è il favorito.
Il centrodestra non può ripresentare Michele Sironi Mariotti che esce da due mandati consecutivi e sceglie, non senza qualche “mal di pancia”, Pierluigi Bolla. Lo vuole Galan, che in quegli anni “pesa” moltissimo nelle scelte regionali. Bolla va alle urne con l’appoggio di Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD e Lega Nord. I numeri non gli mancano di certo e l’esito del primo turno sembra confermare le previsioni della vigilia. Bolla ottiene 68.935 voti, pari al 45,64 %. Gli manca poco per brindare al successo.
Il suo rivale, Paolo Zanotto, si ferma infatti al 38,73%, ottenendo 58,506 voti. Zanotto conta sull’appoggio di Margherita, DS, Verdi e Lista Per Verona.
Al terzo posto, ecco spuntare il gruppo guidato da Aventino Frau, nel quale confluiscono anche molti voti di Michela Sironi, in evidente disaccordo con la scelta di Bolla. Frau ottiene il 5,12%, con 7733 voti.
IL BALLOTTAGGIO. I 15 giorni che preparano il ballottaggio sono decisivi nell’inversione di tendenza. Il “gruppo Sironi” converge su Zanotto, che può contare anche sul 2,72% di Fasoli e di Rifondazione. Pierluigi Bolla rimane col cerino in mano.
L’esito del balottaggio è comunque del tutto sorprendente, anche se in qualche modo annunciato. Paolo Zanotto balza al 54,23%, con 75.711 voti. Pierluigi Bolla ottiene 63.889 voti (meno del primo turno) e si ferma al 45,77%. Sindaco di Verona diventa così Paolo Zanotto. Verona, città storicamente di centrodestra, passa così al centrosinistra, tra polemiche e discussioni non ancora finite…