BOCCIA: VERONA RAPPRESENTA L’INDUSTRIA DEL VENETO

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Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia è intervenuto ieri pomeriggio all’assemblea annuale di Confindustria Verona, lanciando la sfida per il futuro e parlando di industria 4.0. “La questione industriale è una sfida del Paese e dell’Europa. Ripartire dall’industria è una sfida che dobbiamo cogliere perché è giusto ricordare che quello europeo è il mercato più ricco del mondo e ha bisogno di un’industria competitiva per essere all’altezza di altri paesi. E Verona rappresenta la grande dimensione industriale del Veneto”. Boccia ha poi precisato: “Non dobbiamo far confusione. E’ sbagliato parlare di questione degli industriali, ma di una questione che riguarda le nostre imprese, l’occupazione e quindi il futuro degli italiani, della nostra società”. Sui voucher: “Lo strumento è importante, ma in questo momento non prioritario. Si stanno facendo battaglie ideologiche su questo, però non dobbiamo distogliere l’attenzione sui concetti più importanti, sull’industria 4.0, sul futuro”. “Intuito, idee, progetti. Immaginare, osare, fare”. E’ stato questo il filo conduttore dell’assemblea di Confindustria Verona. La città, secondo i dati Istat, ha un tessuto economico che da 15 trimestri segna performance positive della produzione industriale, un tasso di disoccupazione al 5,3%, il terzo miglior dato in Italia, un export in crescita che ha superato i 10 miliardi di euro e con il quale contribuisce significativamente all’incremento nazionale delle esportazioni. Risultati che sono il frutto di un’imprenditoria attiva con una forte vocazione internazionale e un’elevata propensione agli investimenti due caratteristiche che hanno fatto sì che Verona dimostrasse in questi anni di crisi tutta la sua resilienza. E’ stato partendo da questi punti di forza che al Cattolica Center si è svolto il dialogo fra Sergio Fabbrini, direttore School of Government, LUISS Guido Carli, Andrea Ichino, professore di Economia Politica, Università di Bologna e European University Institute e Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona.Tre conversazioni, guidate dall’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli. Ma è stata la politica a irrompere nell’assemblea. Sia Patrizia Bisinella, che Federico Sboarina non hanno voluto mancare all’appuntamento. “Verona”, ha detto il candidato sindaco del centrodestra, “ha il monopolio delle eccellenze. E’ la perfetta sintesi di buon vivere, di patrimonio imprenditoriale, di cultura, di arte. Vogliamo darle un’amministrazione e un futuro all’altezza, capace di creare sviluppo e benessere. Qualsiasi azienda che produca in monopolio ha un vantaggio competitivo enorme, sta all’Amministrazione comunale non disperdere questo patrimonio e fare in modo che le imprese veronesi continuino ad esserlo anche fuori dai propri cancelli. Penso alle infrastrutture, a una città smart e tecnologica davvero, alla celerità dell’apparato burocratico. In due parole: efficienza e competenza. Le stesse che ogni imprenditore applica nella sua azienda.Lo sviluppo -ha aggiunto-  passa attraverso le infrastrutture: aeroporto e interporto sono strategici e fondamentali, la fiera deve potenziarsi, assumendo e consolidando un ruolo leader nel Paese”. Per la senatrice Bisinella, “l’appello di Michele Bauli, non va lasciato cadere nel vuoto. Non va archiviato come uno dei tanti, rituali, inviti al cambiamento. Buono per un titolo di giornale, per poi finire fra i tanti dimenticati. Verona deve giustamente osare-ha aggiunto- deve programmare il suo futuro oggi puntando alle sue eccellenze, accettando le sfide, chiamando a raccolta le sue energie migliori e sfruttando il potenziale nazionale e comunitario. E l’amministrazione comunale, quella che nascerà dal voto di domenica, questo dovrà saper fare. Su questo il Comune può fare sistema mettendosi in prima linea nel prosieguo del lavoro di implementazione del nostro Ateneo. Per Bisinella, “altra sfida è la rigenerazione della nostra ZAI. E’ il gate di accesso a Verona, non può più essere in queste condizioni e il Comune da solo non può fare tutto. Però possiamo offrire un impianto normativo e di pianificazione che aiuti le industrie a restare, che favorisca sia i residenti che gli imprenditori interessati a crescere e ad investire in una zona che è attrattiva. Abbiamo fatto molte proposte, tutte operative – una su tutte, il bonus edilizio per sostenere la ristrutturazione del nostro patrimonio edilizio senza consumare nuovo suolo -; ci siamo impegnati su grandi temi – ancora, lo scalo merci e l’assetto definitivo della Marangona -: il loro senso reale, concreto, è che Verona senza industria, senza una disponibilità vera a chi crea lavoro e ricchezza non può crescere”.