Irruzione interforze negli stabili abbandonati della città, con 6 gli stranieri espulsi e 3 destinatari di ordine di allontanamento del questore. E’ il risultato del metodo intrapreso dal questore Massucci con le Forze dell’Ordine e con tutte le realtà cittadine – politiche e associative – per creare un progetto unitario di comunità che migliori la sicurezza di Verona. Tutto mentre davanti al prefetto Donato Cafagna, con i rappresentanti delle forze dell’ordine, il sindaco Damiano Tommasi e l’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi, è arrivato per la prima volta il nuovo procuratore capo Raffaele Tito. L’operazione è partita intorno alle 7.30, quando quarantaquattro uomini della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale hanno fatto irruzione in una serie di stabili abbandonati della città: prima in Viale Piave, poi in Via Giovanni Verga, infine nei pressi della “ex piscina Castagnetti”: tredici le persone straniere trovate – tutte sprovviste di documenti – che occupavano abusivamente gli edifici; nove i soggetti che – dopo essere stati accompagnati presso gli Uffici delle Forze dell’Ordine in campo – sono stati messi a disposizione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Verona in quanto risultati irregolari sul territorio nazionale. Di questi, 6 sono stati espulsi e ad altri 3 è stato notificato l’ordine di allontanarsi dal territorio nazionale entro il termine di sette giorni: tutti di origine nordafricana, di età compresa tra i 23 e i 39 anni e con precedenti per stupefacenti, reati contro il patrimonio, lesioni personali, resistenza a Pubblico Ufficiale e porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere. L’intervento si inserisce all’interno di un progetto sicurezza interforze avviato dalla Questura e finalizzato, da un lato, ad un’implementazione dei controlli in specifiche zone critiche della città – tesi ad individuare aree strategiche lasciate al degrado ed occupate abusivamente da stranieri irregolari – e dall’altro, improntato a porre in essere azioni di miglioramento sociale attraverso la promozione di un dialogo conoscitivo e costruttivo con le comunità straniere e con tutte le fragilità sul territorio. “Il nostro obiettivo principale – ha detto il questore Roberto Massucci – è quello di rilasciare un buon permesso di soggiorno quando ci sono le condizioni per farlo, perché questo consente un’integrazione reale, ma nello stesso tempo bisogna essere capaci di respingere quando è necessario”.