Neanche vent’anni fa, il mondo capovolto. Il “piccolo” Chievo all’Olimpico contro la Roma di Fabio Capello. Era il Chievo dei miracoli, dei “mussi volanti”, del “niente è impossibile”.
Non lo fu neppure quel giorno. Match sempre in bilico, la Roma a premere, il Chievo a rispondere, come sempre. Era la Roma di Totti e Montella, di Tommasi e Delvecchio, con Batistuta in panchina, dove sedeva anche un certo Guardiola.
Prevalenza Roma, senza grandi miracoli di Lupatelli, spaventato soltanto da alcune punizioni di Totti e da qualche sprazzo di Montella.
Poi, il guizzo di Marazzina (inizialmente in panchina), per la botta vincente di Federico Cossato, minuto 44 della ripresa. E’ la firma sul blitz dell’Olimpico, una delle grandi imprese gialloblù.
Il finale è da cuori forti, non solo per la felicità del successo.
Perchè Massimo Marazzina, talento bizzarro, trova il modo di comunicare, alla sua maniera, il pensiero per quella panchina che riteneva immeritata. E quando Gigi Delneri balza in campo per abbracciare i suoi, lui gli rinfaccia la scelta. E’ il punto di rottura col tecnico. Marazzina finirà fuori rosa, multato e sospeso dal gruppo. Fino alla sua cessione. “Non si possono tollerare certi atteggiamenti” dirà Delneri.
E Marazzina non farà marcia indietro, deciso a difendere la sua scelta e deciso pure, a cambiare aria.
E’ la grande giornata di Federico Cossato, che vive uno dei giorni più belli della sua carriera. Un gol da opportunista, per siglare un successo inatteso e insperato, uno dei tanti che il “Chievo dei miracoli” regala in quegli anni. Confermando quello slogan: “Niente è impossibile, quando gioca il Chievo”.