Ma il dibattito è più che mai acceso. “Pare – afferma Patrizia Bisinella capo gruppo di Fare Verona in consiglio Comunale – che in questo caso l’episodio di razzismo sia stato solo millantato da un personaggio pronto a tutto pur di far parlare di sé. Ma tant’è, Verona è ancora una volta al centro della cronaca, accusata di xenofobia. E’ grave e triste che una delle più belle città d’Italia, meta di milioni di turisti da ogni parte del mondo, finisca su giornali e TV non per i suoi monumenti, ma per pochi facinorosi che scambiano la goliardia con la xenofobia. Che in questo caso Balotelli sia stato insultato o meno per il colore della sua pelle, conta poco. Ciò che conta è ribadire che Verona si dissocia da chi faccia del razzismo il suo stile di vita e da chiunque si diverta, anche solo per leggerezza o superficialità, a intonare cori offensivi nei confronti di altre persone”. Per Michele Bertucco “l’immagine della città si tutela condannando il razzismo senza se e senza ma, dunque chiedendo l’identificazione e l’allontanamento dallo stadio dei tifosi che hanno partecipato agli ululati nei confronti di un giocatore di colore, come ha già messo in chiaro il prefetto Cafagna, e di tutti coloro che diffondono messaggi d’odio a sfondo razzista, come quelli di Luca Castellini. La città non si difende cavillando sulle responsabilità che sono individuali e su quanti tifosi abbiano partecipato agli ululati, come invece ha fatto il sindaco Sboarina. La mela marcia rovina l’intero cesto”. Per il senatore Pd Vincenzo D’Arienzo, “ormai è tutto chiaro: al Bentegodi pochi razzisti hanno nuovamente infangato la città. I fatti sono avvenuti, nessuno può negarlo, ma non è giusto estendere le responsabilità, nè a tutti i tifosi nè a tutta Verona. Entrambi non meritano la gogna per una minoranza di razzisti. In puro stile negazionista, in linea con una certa cultura discriminante, sono le farneticanti frasi di tale Castellini nonché- conclude la nota- la sgradevole proposta di un consigliere, Bacciga, peraltro indagato per il saluto romano in consiglio comunale”.