L’ultimo miglio della Giunta Zaia, come scrivevamo nei giorni scorsi sulla Cronaca di Verona è sempre più irto di trappole, ostacoli e difficoltà per il governatore Luca Zaia e la sua Giunta. Le spine stanno venendo fuori tutte in occasione dell’approvazione dei bilancio già licenziato dalla Giunta in estate e che ora va al voto del Consiglio regionale e che prevede l’aumento dell’Irap, la tassa sulle imprese e i buchi della Pedemontana da ripianare. La Regione ne ricaverà una cinquantina di milioni che serviranno per dare ossigeno a una serie di voci di bilancio, tra cui anche i capitoli di spesa in capo agli assessori e i costi della superstrada. Se nell’esecutivo il provvedimento economico-finanziario per il 2025-2026 è passato all’unanimità, ben più difficile è il percorso in Consiglio. Del resto, dopo che l’assessore Elena Donazzan di FdI è andata al Parlamento europeo, la Giunta Zaia di fatto è composta da soli leghisti (Forza Italia non ne ha mai fatto parte) e quindi il voto unanime risulta scontato. Ma cosa prevede il Bilancio di previsione 2025-2026 della Regione Veneto presentato dall’assessore Francesco Calzavara?. È un bilancio da 18 miliardi e 476 milioni di euro, di cui 10 miliardi abbondanti sono destinati esclusivamente al sistema sanitario. «Dal 2010 non abbiamo prelevato dalle tasche dei veneti ben 16 miliardi di euro», ha evidenziato il presidente Zaia, ricordando la sua ostinazione nel non applicare l’aliquota Irpef regionale. «Quella che vedete in busta paga è quella applicata dallo Stato», ha ricordato. Nel bilancio di previsione sono stati inseriti 5 milioni per dare un po’ di ossigeno alle Ater provinciali, 8 milioni per le prossime elezioni regionali, 2 milioni per la difesa del suolo, 12 milioni per le borse di studio, 1 milione per gli asili nido, 10 milioni in più per lo sport e 20 milioni per la Pedemontana. «I primi 9 anni sono in passivo, su un totale di 39 anni» ha voluto ricordare Zaia. «Se il ragionamento è che le infrastrutture si fanno solo se ci si guadagna, allora non dovremmo fare più neanche gli ospedali». Ad oggi, la Pedemontana è percorsa da circa 70 mila veicoli al giorno, ma il traffico pesante è in crescita. Ma quella cinquantina di milioni che arriveranno dall’Irap serviranno anche per tappare i buchi della Pedemontana. Il canone dovuto alla concessionaria viene solo in parte coperto dai pedaggi (ancora pochi) e la Regione deve integrare sborsando di tasca propria. Così i nuovi mutui passano dai 40 milioni annui di media del recente passato a 170 milioni in due anni (120 per il 2025 e 50 per il 2026). Ecco perché l’Irap serve per far quadrare conti in difficoltà. E così dei 55 milioni di gettito Irpef previsti, 23 andranno per i conti della Pedemontana e 32 per le altre voci. Ma il vero campo di battaglia sembra l’aumento dell’Irap, indigesto a molte forze politiche, in primis Forza Italia che fa parte della coalizione di centrodestra e ha nelle piccole e medie imprese la sua base elettorale.
Sulle imprese pesa il rialzo dell’Irap. Calzavara: “Per il 15° anno consecutivo non ci sarà la maggiorazione dell’addizionale Irpef”
SEGUE L’aumento dell’Irap sarà minimo, dice Calzavara. Per la maggior parte delle imprese si tratta di un rialzo dello 0,1%, che diventa dello 0,5% solo per le aziende più inquinanti, altre che operano nel campo del gioco d’azzardo, e che fabbricano prodotti chimici e prodotti farmaceutici. Alla prova dei fatti si parla di 14 euro in più all’anno per i bar, di 30 euro in più per i minimarket e di 88 euro per le piccole-medie imprese che fatturano un milione di euro all’anno. «È un bilancio che tiene conto di quello che è successo in questi anni e dell’evoluzione della spesa», ha commentato l’assessore Calzavara.“Per il quindicesimo anno consecutivo presenteremo un bilancio di previsione 2025-2027 senza maggiorazione all’addizionale IRPEF di base, confermando la linea tracciata dal presidente Zaia. Quindi, non varia la pressione fiscale sui cittadini. È allo studio, comunque, l’introduzione di una maggiorazione dell’IRAP, imposta che si applica solamente alle attività produttive. Una manovra che si traduce in circa 50 milioni di euro e che andrà a coprire una serie di priorità che sono emerse in quest’ultimo anno e necessitano di essere finanziate. Ricordo che rispetto ad altre regioni come Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Campania e Lazio, il Veneto ha una entrata tributaria significativamente più bassa, quantificata in 34 milioni di euro, con un valore medio pro capite di soli 7 euro. Questi dati confermano, ancora una volta, che la nostra regione applica una ridotta pressione fiscale e ha fatto risparmiare ai veneti 17 miliardi durante la legislatura del presidente Zaia”. L’IRAP si calcola sottraendo dal fatturato diverse voci di costo, le principali riguardanti materie prime e merci, ammortamenti, costo del personale a tempo indeterminato. A questa quota va applicata una aliquota standard fissa nazionale del 3,90%. Ogni regione ha, inoltre, la facoltà di aggiungere una maggiorazione massima dello 0,92%. Il valore massimo che invece intende applicare il Veneto sarà dello 0,50%, mantenendo comunque ferme le agevolazioni di aliquota già previste dalla normativa regionale a favore di imprese giovanili, femminili e cooperative sociali. Si rammenta, inoltre, che per il settore pubblico l’aliquota di base è pari all’8,50% e che la Regione Veneto ha ridotto tale aliquota al 3,90% per le IPAB. “Su un totale di 184.249 aziende venete sulle quali è emersa l’ipotesi di applicazione della quota extra di IRAP, per circa l’80 per cento di esse la maggiorazione dell’aliquota sarà dello 0,10%, mentre per le restanti sarà dello 0,50%. Quindi, si passerà da una media di 14 euro in più all’anno di imposta IRAP per un bar, per arrivare a un massimo di 16mila euro se consideriamo il comparto farmaceutico, che è caratterizzato da pochi soggetti di grandi dimensioni – specifica Calzavara -. La maggior imposta che sarà pagata dalla singola azienda dipenderà essenzialmente dalla dimensione della base imponibile: pertanto per alcuni comparti il dato medio risulta poco significativo data l’eterogeneità dei soggetti in termini dimensionali”.
Aumento delle tasse, Forza Italia dice no. Ma Zaia e soci sono convinti che da Fratelli d’Italia non arriveranno contestazioni
“Tra le partite più importanti che saranno finanziate con il gettito dell’IRAP tributaria, ricordo il contributo alla finanza pubblica, il costo in capo alle regioni per le elezioni del 2025 e gli Ater. Inoltre, questa entrata genererà anche cassa per opere pubbliche strategiche e impianti sportivi del Veneto – conclude Calzavara”. Zaia e soci sono convinti che da FdI non arriveranno contestazioni visto anche che al meloniano Enoch Soranzo è stata assegnata la vicepresidenza del Consiglio regionale al posto del leghista Nicola Finco che si è dimesso dopo l’elezione a sindaco di Bassano e in Giunta è appena entrata la nuova assessora Mantovan sempre di FdI al posto della Donazzan. Ben diversa è però la posizione di Forza Italia. Ed è stato lo stesso coordinatore regionale degli azzurri, Flavio Tosi, eurodeputato, ad alzare i toni già in agosto contro l’Irap e a tornare alla carica anche di recente: “Da sempre diciamo che Forza Italia è contraria all’aumento delle tasse e contro l’aumento dell’Irap abbiamo già preso posizione ai primi di agosto. La nostra è una posizione in linea con l’azione del Governo nazionale. È il Veneto ad essere in controtendenza. Ci rendiamo ben conto che la nostra posizione è una scelta politicamente rilevante in Regione, ma assicuro che è totalmente condivisa con il vicepremier e coordinatore nazionale, Antonio Tajani. I nostri consiglieri regionali quindi proporranno delle modifiche alla manovra per sterilizzare l’aumento proposto dalla Giunta Zaia”. Giunta della quale Forza Italia non fa parte pur essendo in maggioranza. Difficile quindi parlare di eventuale strappo. “Lo strappo c’è già – osserva Tosi -: noi da anni non veniamo informati e non sediamo in Giunta. Ma capita solo nella Regione di Zaia. Il tavolo del centrodestra regionale lavora unito”. Tavolo nel quale proprio Forza Italia proporrà la candidatura di Tosi a presidente della Regione e poi si vedrà. Ma arrivano cannonate anche dal Pd regionale contro la manovra finanziaria: “Nell’illustrare questo bilancio di previsione l’assessore Calzavara ha usato più volte l’espressione ‘chi verrà dopo di me’. E viste le voragini di questa manovra, viene proprio da dire che chi prenderà il testimone, dopo questa fine ingloriosa del ciclo di Zaia, dovrà mangiarsi una ‘polpetta avvelenata’”. Il giudizio è delle consigliere regionali del Partito Democratico e componenti della Prima Commissione (politiche di bilancio e programmazione), Vanessa Camani e Chiara Luisetto che aggiungono: “L’aumento delle tasse è solo la punta dell’iceberg di un bilancio povero di risorse e di idee ma ricco di debiti. Nei fatti, ci si limita a confermare gli stanziamenti dello scorso anno, già gravemente insufficienti per borse di studio, scuole materne e sanità, e si ricorre all’indebitamento per 170 milioni per finanziare interventi che solitamente trovavano risorse nel bilancio regionale. Pesa ovviamente la prima rata della Pedemontana, che inizia a pesare sui conti in maniera significativa e in termini molto più gravi di quelli previsti dal piano finanziario”. MB