C’è Verona-Milan, già. Una ferita sempre aperta, per chi c’era. Lui c’era,col numero 9 sulle spalle, un “falso nueve” degli anni ‘70. Grande giocatore e poi grande allenatore, Alberto Bigon.
C’era, in quel MIlan e in quel 5-3 che ha segnato un’epoca e la storia di due società. “Successe che quella domenica, perdemmo uno scudetto che pareva vinto” ha dichiarato Bigon a Sport week, settimanale della Gazzetta. “Il mercoledì a Salonicco avevamo vinto la Coppa delle Coppe contro il Leeds su un campo spaccagambe. Eravamo tornati a Milano solo il giovedì, a causa della nebbia.In ritiro si presenta il presidente del Verona Garonzi: “Oh, domani attenti a quel matto di Zigoni e basta.Per il resto tutto a posto”. Ci era stato assicurato che sarebbe andato tutto liscio. Non capimmo che avremmo dovuto sfruttare la possibilità di rinviare la partita di 48 ore come permetteva il regolamento. E poi la sfortuna: Schnellinger che si stira durante il riscaldamento… Io avevo la febbre e tre di quei 5 gol furono autoreti…”
Insomma, Alberto Bigon, che pure in quella partita segnò uno dei 3 inutili gol del Milan, riscrive un po’ la gara e riapre vecchie polemiche. Già all’epoca si parlò di “premi a vincere” della Juve, che poi si aggiduciò lo scudetto. Voci che i gialloblù hanno sempre smentito. Certo, le parole di Bigon, a distanza di quasi 50 anni, non passano certo inosservate. Davvero Garonzi andò nel ritiro del Milan il giorno prima? E perchè avrebbe dovuto farlo? Ne riparleremo nei prossimi giorni… Quel Verona-Milan 5-3 non è ancora finito…