Bigon? Bonfante ha fatto tutto da solo Martella e Taruffi: la scelta non è frutto di decisioni nazionali o regionali

I vertici del Partito Democratico sembrano (neppure tanto velatamente) prendere le distanze dalla decisione del loro segretario provinciale di silurare la sua vice Anna Maria Bigon. “Abbiamo appreso della decisione del segretario provinciale del Pd di Verona, Franco Bonfante, – affermano in una nota congiunta il segretario regionale del Veneto Andrea Martella e il Responsabile Nazionale dell’Organizzazione del Partito Democratico Igor Taruffi – di sollevare dal ruolo di vice segretaria la consigliera regionale Bigon. Scelta che non è frutto di decisioni nazionali e regionali, ma compiuta da Bonfante in totale autonomia”. D’altra parte come un San Sebastiano, il segretario provinciale aveva mostrato il petto pronto a ricevere ogni frecciata e aveva detto fin da subito che si assumeva “personalmente l’intera responsabilità della scelta riguardante Bigon; non voglio coinvolgere nessun altro dell’Esecutivo, della Direzione o del Partito al quale eventualmente risponderò della decisione nelle sedi ed organi competenti”.
Per conoscere gli sviluppi bisognerà ora attendere la convocazione della direzione provinciale del Partito Democratico (probabilmente lunedì 5 febbraio dalle 18:30 alle 23) “in un luogo in via di definizione” quando verrà esaminato come primo punto all’ordine del giorno la vicenda della proposta di legge regionale sul fine vita. La relazione introduttiva , come aveva già fatto sapere Bonfante, sarà svolta dalla responsabile provinciale “Diritti Civili” Vera Scola che illustrerà la sentenza della Corte Costituzionale del 2019, da cui è nata l’esigenza di approvare una legge. Il Segretario provinciale Pd Franco Bonfante presenterà poi documento da proporre al voto della Direzione e a seguire vi sarà il dibattito, al quale sono stati invitati a partecipare anche il Segretario regionale Andrea Martella e la capogruppo del Partito Democratico in Regione Vanessa Camani, che – se presenti – potranno intervenire dopo la Consigliera regionale Anna Maria Bigon.
Il segretario fisserà anche i tempi per le relazioni, le repliche e gli interventi degli aventi diritto. Il dibattito ed il conseguente voto dovrà comunque concludersi entro le ore 23.
Fin qui la situazione turbolenta in casa Pd.
Da registrare una difesa non richiesta da parte del consigliere regionale di Forza Italia Alberto Bozza, tanto per mettere il dito nella piaga.
L’esponente azzurro ha espresso infatti la sua solidarietà alla collega del Pd Anna Maria Bigon, revocata dal ruolo di vicesegretaria provinciale veronese del suo partito per aver votato no alla proposta di legge regionale sul suicidio medicalmente assistito.
Dice Bozza: “Fa impressione vedere un partito che si definisce, già dal nome, democratico, punire una sua esponente per aver votato secondo coscienza su un tema etico. Peraltro lo stesso Pd aveva indicato ai suoi la libertà di coscienza sul voto, pertanto non si capisce ora perché punire la Bigon, a meno che, viene da pensare, l’indicazione di votare secondo coscienza non nascondesse un certo tasso di ipocrisia”. Bozza poi sottolinea un dato politico: “La Bigon ha sempre rappresentato la componente riformista e più moderata del Pd, non vorrei che il voto sul ‘fine vita’ non sia il pretesto per ridurre al silenzio, anche a Verona, quell’area politica. Si sa che il Pd con la Schlein ha preso una deriva verso la sinistra più radicale, l’area riformista è sempre più ai margini e questo non è un bene per il funzionamento del sistema democratico”.