Bertucco tira la cinghia. Il bilancio di Palazzo Barbieri: servizi ridotti e mancanza di personale In commissione bilancio l’assessore ha tenuto una relazione molto preoccupata di fronte ai tagli previsti dal Governo nel documento di programmazione economica e poi dalla Regione. In quattro anni verranno a mancare la bellezza di 9,6 milioni

Attenzione, arrivano i tagli. Preoccupata audizione dell’assessore al Bilancio del Comune di Verona Michele Bertucco in commissione Bilancio presieduta da Michele Bresaola. Una relazione molto preoccupata a fronte dei tagli previsti dal Governo nel documento di programmazione economica, legge di bilancio che andrà all’approvazione in Parlamento nel periodo natalizio e che si spera venga migliorata per la parte riguardante i trasferimenti ai Comuni, come sollecitato anche dall’Anci presieduta dal sindaco di Treviso, il leghista Conte. Sì perché i tagli agli enti locali sono fortissimi: al Comune di Verona, ha spiegato Bertucco, verranno a mancare in 4 anni la bellezza di 9,6 milioni; le risorse destinate per gli anni 2024 e 2025 verranno fortemente ridotte e così pure per il dopo 2026.Una drastica riduzione che avrà inevitabili effetti sulle tasche dei veronesi e sulla erogazione dei servizi comunali, servizi che non solo verranno ridotti per una questione di costi ma anche per la mancanza di personale. Perché un’altra delle ricadute di questi minori trasferimenti è che non sarà possibile un turn over completo del personale comunale che andrà in pensione. “ci chiedono di fare sacrifici e di erogare più servizi per supplire allo Stato e alla sanità, mentre d’altra parte ci vengono ridotti i trasferimenti”, ha spiegato Bertucco. Anche perché le entrate sulle quali il comune può fare affidamento non sono facilmente integrabili, anzi. Per esempio, il gettito delle sanzioni per mancato rispetto del Codice della strada “è destinato a ridursi quando entrerà in vigore la riforma del Codice della strada voluta dal ministro Salvini. Gli studi e le proiezioni dicono che incasseremo meno”, sottolinea l’assessore. C’è poi l’Imu che è già a livelli alti e difficilmente può essere aumentata; c’è la tassa di soggiorno che garantisce un buon gettito per la presenza di molti turisti in città, ma quello che il Comune si aspettava dal Governo era una revisione delle rendite catastali che non sono più adeguate alla realtà. “Sarebbero da rivedere e ci porterebbero qualche aiuto”, spiega. “Ma la nostra preoccupazione”, ha approfondito l’assessore, “è dovuta a una ulteriore consapevolezza: ai tagli del Governo si aggiungeranno facilmente i tagli della Regione che avrà minori disponibilità per i Comuni capoluoghi, così come la sanità è in una situazione sempre più difficile e i Comuni saranno chiamati ad affrontare nuove spese per il settore sociale”. Ma oltre alle preoccupazioni per i flussi di cassa, c’è il capitolo del personale che preoccupa. “Oggi i dipendenti comunali sono 1849, la maggior parte impegnata nel settore scolastico e nella polizia locale. Il Governo prevede che di fronte a pensionamenti, dimissioni e altri abbandoni, il turn over sia coperto solo nella misura del 75%. Quindi non riusciremo a rimpiazzare tutti. Inoltre, teniamo presente che abbiamo personale anziano: l’età media è di 51 anni mentre nella polizia locale siamo a 49 anni. Non consentire il pieno turn over significa ridurre il personale a disposizione e quindi non garantire tutti i servizi comunali come per esempio accade per il settore dell’edilizia. Oppure per gli asili nido che riescono a coprire solo il 50% delle richieste”. Quale potrebbe essere la soluzione? Bertucco rilancia la richiesta dello status di “città metropolitana: potremmo avere più personale e più vigili. Anche perché oggi è difficile trovare persone disponibili a venire a lavorare nel settore pubblico. Verona è una città cara, gli affitti sono alti, anzi il mercato dell’affitto ormai non esiste più mentre gli stipendi pubblici sono bassi. E per questo motivo ai concorsi si presentano sempre meno concorrenti e sempre meno giovani”. Ci aspetta un 2025 difficile nel quale gli enti pubblici (Comune, Provincia, Authority varie) probabilmente dovranno valutare se ritoccare o meno i costi dei servizi, dalla raccolta rifiuti ai trasporti, dalle rette scolastiche alle imposte locali.

MB