Bertucco questa mattina è stato chiarissimo e ha anche smentito ogni possibile voce su una sua possibile assenza strategica in Giunta o su un possibile voto di astensione.
Con grande coerenza, mettendo a rischio una poltrona che vale 75 mila euro lordi l’anno, ha dichiarato in merito alla Giunta di domani: “La mia posizione è nota al sindaco Tommasi.
Ci sarà il voto contrario da parte mia al licenziamento della delibera, poi il sindaco prenderà le decisioni che riterrà più opportune rispetto al mio futuro.
E’ un incarico fiduciario, quindi il sindaco può fare le scelte che ritiene più opportune.
Io, dopo aver passato 40 anni della mia vita a parlare di questi temi, ad approfondirli, ho passato 26 ore in commissione durante l’epoca Tosi perché la delibera non passasse in Consiglio comunale, non saprei giustificare un voto diverso.
Dopo di che, dico che mi dispiace perché avevo chiesto di aver un po’ di mesi a disposizione che avrebbero potuto aiutare a trovare una soluzione per il bene della città.
Non è per cultura dell’opposizione come dice qualcuno, perché abbiamo dimostrato di poter e saper amministrare una città. Poi a volte la vita e la politica ti mettono di fronte a delle scelte.
Ci può essere un inizio e ci può essere anche una fine. Può darsi che una fine non ci sia e ci sia invece una continuazione, vedremo. La mia vita va avanti in ogni caso e ringrazio comunque il sindaco per la scelta che ha fatto e per le decisioni che prenderà”.
Voto contro, dunque, ma solo il sindaco potrà decidere se rimuovere Bertucco dalla Giunta. L’assessore non è tenuto a dare le dimissioni e non ha intenzione di farlo.
“Lo statuto prevede la possibilità del voto contrario dell’assessore in Giunta, dopo di che spetta al sindaco decidere se confermare l’assessore o meno”.
E col sindaco Tommasi l’assessore Bertucco ha parlato a lungo.
“Ci siamo parlati nei giorni scorsi per alcune ore, ne abbiamo riparlato sabato mattina, non posso modificare la mia posizione nel segreto della Giunta”.
Nemmeno la riscrittura della delibera rispetto a quella originaria, con l’inserimento di indicazioni di salvaguardia ambientale, (riduzione delle altezze degli edifici, minore consumo di suolo e altro), che faranno parte integrante dell’accordo di programma ha convinto Bertucco a rivedere le sue posizioni.
“Ringrazio per il lavoro importante fatto da consiglieri e consigliere comunali per la rivisitazione della delibera che al momento non ho ancora visto. Però la questione è chiara: il Consiglio comunale voterà due cose. La scheda norma che è uguale alla precente e l’accordo di programma che non può essere più modificato. Quindi le novità che indichiamo in delibera così come il masterplan sono dei desiderata e i desiderata non hanno mai fatto urbanistica. A meno che non si rinegozi con Consorzio Zai e Provincia la possibilità di rivedere l’accordo, ipotesi che il sindaco ha evidentemente escluso”.
Cosa si poteva fare? Perché questa fretta?
“Ho spiegato che la Marangona nasce nel 1975, quando la Zai storica è piena di aziende e servono altri spazi. Cinquant’anni dopo la situazione è cambiata, la Zai storica è semivuota e va riqualificata, la Marangona non è mai decollata. Merita una riflessione.
Invece si ritiene che l’accordo di programma va firmato ora e adesso”.
Oggi il verdetto.
La maggioranza fa quadrato: tutto ok
La delibera sulla Marangona andrà in commissione il 2 luglio, in Consiglio giovedì 4
Ma al di là della posizione di Bertucco, cosa pensa il resto della maggioranza? Va detto che tutte le componenti della coalizione che sostiene Tommasi, con l’eccezione appunto di Sinistra Italiana e Sinistra in Comune sono a favore della delibera rivista, ampliata e corretta per lo sviluppo infrastrutturale della Marangona.
E’ a favore il Pd che ha fatto esprimere la sua assemblea provinciale, per quanto dimezzata, con un voto ampiamente favorevole; è a sostegno della delibera anche il movimento di Traguardi e così pure la Lista Damiano Tommasi.
La conferma diventerà evidente nei prossimi passaggi. Innanzi tutto la Giunta di domani mattina, poi la delibera andrà nella commissione urbanistica martedì della prossima settimana (domani sarà invece il turno della Campagnetta) e giovedì 4 luglio la discussione e il voto in Consiglio comunale.
“La delibera sulla Marangona”, osserva il presidente della commissione urbanistica Pietro Trincanato, “è molto più ricca rispetto alla prima stesura grazie al lavoro della maggioranza. Sono state inserite indicazioni integranti dell’accordo di programma e quindi la maggioranza che sostiene il sindaco Tommasi è a favore della delibera con l’assessore Bissoli”.
Bocche cucite invece sui commenti rispetto alla scelta di Bertucco, anche se molti si aspettavano che si arrivasse a questo punto: le scelte urbanistiche sono sempre state il possibile detonatore di questa maggioranza, vedi le deroghe per gli alberghi (bloccate), il piano Folin nel quadrilatero di via Rosa, il Fontanon a Montorio, la lottizzazione del Nassar e via di questo passo.
Questa la maggioranza. E l’opposizione?
Ieri mattina è intervenuto sul punto l’ex sindaco Flavio Tosi, che ha avuto per dieci anni di amministrazione il consigliere Michele Bertucco all’opposizione. E per l’ex sindaco, oggi eurodeputato e coordinatore veneto di Forza Italia, l’assessore al Bilancio “si dovrebbe dimettere”.
Perché? “Perché se un assessore vota contro una delibera della sua maggioranza perché non la condivide deve trarne le conseguenze e dare le dimissioni”.
Ma la cosa singolare è che Tosi sul tema Marangona dà ragione a Bertucco: “Lui è sempre stato contrario a questo tema, quindi è coerente. La Marangona non sarà mai una Silicon Valley, ma solo capannoni. Dopo l’Ikea non ci sono state altre idee”.
Mauro Baroncini