E venne il giorno di Bertucco. Il buon Michele si è preso pure un giorno di ferie dal suo posto di lavoro per annunciare la sua candidatura a sindaco di Verona. Già presidente di Legambiente, Bertucco, sostenuto da Pd e altre civiche, aveva sfidato Flavio Tosi al ballottaggio alle comunali del 2012, per poi essere capogruppo del Pd in consiglio comunale fino a pochi mesi fa, prima della rottura per il suo no al referendum sulla riforma costituzionale. Ora, come recita il suo slogan, vuole “scrivere insieme una nuova storia per Verona”, dopo aver cercato la possibilità di un centrosinistra unito. “Ho riflettuto molto”, ha detto, “è stato un percorso che ha portato amarezza, ma non serbo rancore e guardo avanti”. E le liste che lo affiancheranno? “Si vedrà, ma ce ne sarà più d’una”. I sondaggi? “Mi danno tra il 6 e l’8%”.
Michele Bertucco ha confessato di non essersi mai sentito solo in questi anni di battaglie a Palazzo Barbieri e così i vecchi compagni di tante battaglie ambientaliste e per il lavoro sono venuti ad accompagnarlo in conferenza stampa: da Giuseppe Campagnari, ad Antonio Ramella, a Giorgio Gabanizza, a Maurizio Solinas, ad Abbas Garibh. Ma anche esponenti della società civile come Enrico Bertelli e Rossana Gava. Tutti pronti “a costruire un grande percorso aperto e unitario per garantire alla città il cambiamento che attende con impazienza”. Bertucco ci ha tenuto a ripetere che “la proposta per la città è tesa sia ad unire il centrosinistra, che a superarne i confini tradizionali, in un progetto in grado colmare il divario che continua a separare Verona dall’essere una moderna città europea. La mia è tutt’altro che una candidatura forzata o controvoglia – ha aggiunto- sono fermamente convinto dell’assoluta necessità di una svolta, sotto il profilo della mobilità, della cultura, dei diritti, del lavoro, della salute dei cittadini, della difesa dei beni comuni e delle infrastrutture necessarie. Va tutelato l’eccezionale patrimonio artistico, storico, culturale, ambientale e paesaggistico della nostra città. Allo stesso tempo la mia non è neanche una riedizione della candidatura del 2012, poiché la società civile, che ha avuto un ruolo fondamentale nelle battaglie di questi anni, sarà protagonista senza vincoli partitici, pretese di egemonia o calcoli politici ed elettoralistici. Il vento è cambiato: ora è il tempo della democrazia e della partecipazione, del protagonismo civico, della speranza e del cambiamento”. L’impegno che attende il “traghettatore Bertucco è piuttosto arduo, tenuto conto che l’altra volta correva con il centrosinistra contro Tosi. Ma oggi ripetono, il quadro è cambiato anche nel centrodestra e “Tosi non è più interessato alle vicende di Verona. Sarà comunque, secondo Bertucco, la lista Tosi quella da battere. “Sempre che riesca a tenerla unita e non cada nella dinasty”. I problemi politici e le alleanze vengono tutti rimandati al ballottaggio. Qui c’è un’unica certezza, come ha detto Ramella: non ci sarà un’alleanza con Tosi. E cerino al Piddì.