“La Regione Veneto e il Comune di Verona si dicono impegnate nell’attuazione di misure strutturali per il risanamento della qualità dell’aria, ma non è così e i risultati si vedono: al 18 febbraio 2021 (ultimo dato disponibile), i giorni di superamento dei limiti giornalieri di concentrazioni di Pm10 erano già 20, vale a dire che a soli 49 giorni dall’inizio dell’anno Verona ha già consumato il 57% del numero massimo di sforamenti consentiti (35 giorni nell’arco dell’intero anno). Perché si continuano a prendere in giro i cittadini?” osserva Michele Bertucco, Verona e Sinistra in Comune.
“Negli ultimi quattro inverni questo è lo sforamento più tardivo che sia stato registrato, nel senso che in precedenza le prime allerte partivano già durante il mese di dicembre – replica l’assessore all’Ambiente Ilaria Segala -. Il miglioramento della qualità dell’aria è quindi un processo in atto ed è frutto di una serie di interventi strutturali avviati dall’Amministrazione a partire dal 2018 e per i quali sono stati investiti circa 38 milioni di euro. A questo si sono aggiunte le condizioni meteorologiche favorevoli che, finora, hanno contribuito a disperdere gli inquinanti. I dati registrati dalla centralina Arpav di Verona sono in linea con quelli del resto della nostra provincia e di tutta la regione, a dimostrazione che adesso ciò che serve sono altre misure strutturali, come l’efficientamento energetico degli edifici, incentivi per il rinnovamento degli impianti termici. In questi anni il Comune ha fatto moltissimo, per l’ambiente e molto altro continuerà a fare per migliorare le condizioni di vita”.