Bertucco: “Stando agli annunci trionfalistici del dopo voto, nella nuova giunta regionale i veronesi dovevano essere ben tre: due della Lega e uno di Fratelli D’Italia, invece alla fine della fiera scopriamo che c’è spazio soltanto per uno: Elisa De Berti, riconfermata e premiata con la vicepresidenza. Anche la sfumata candidatura di Polato a capogruppo di Fratelli d’Italia, che avrebbe dovuto compensare il mancato assessorato, parla di una Verona messa da parte. O meglio: ci dice che il centrodestra veronese, soprattutto quello del capoluogo, conta poco o nulla a livello regionale e soprattutto agli occhi di Zaia.
Questo è un danno per Verona nella misura in cui le competenze della Regione su molte materie, dall’Urbanistica ai Trasporti dal Sociale alla Cultura sono rilevantissime e avere consiglieri ben posizionati in molti casi può fare la differenza.
La città paga infatti il prezzo di un centrodestra litigioso e inconcludente, perennemente nel pantano di guerra fratricida che tiene bloccate anche le istituzioni che amministra. Basti pensare che lo scontro tra Sboarina e Zavarise ora si gioca tutto sull’ampiezza delle “finestre” della Ztl. Non c’è accordo sullo stop ai cantieri del filobus, sullo sviluppo della mobilità sostenibile, sulle scelte di politica industriale per le aziende. L’unica cosa che sono capaci di fare è litigare per le poltrone. Un po’ poco per amministrare con onore una città come Verona”.
Maschio: “Purtroppo è da decenni che Verona è considerata periferia della Regione Veneto. Dai tempi del primo e ultimo Presidente veronese Tomelleri. Quindi non è a causa del centrodestra veronese attuale ma è un problema storico. Su questo l’intero sistema Verona deve lavorare per tutelare il nostro territorio.
In questa legislatura finora vediamo Vicenza sovrarappresentata, con due assessori, Presidente Consiglio Regionale e Vice, rispetto alle altre 6 province con uno solo.
Sicuramente ci aspettavamo di più e confidiamo di recuperare. Ma sentirsi dire che il centrodestra veronese conta poco da una sinistra che è praticamente sparita dalla politica veneta francamente fa sorridere.
A Verona si discute per migliorare la squadra e lavorare al meglio negli ultimi mesi di amministrazione. Giusto mettersi in discussione.
Ma preoccupano molto di più le liti interne al Governo nazionale giallorosso che in questo momento appare confuso e inadeguato all’emergenza che sta affrontando il Paese.
Del resto Bertucco di litigi se ne intende, perchè quand’era capogruppo del PD litigó col proprio partito e con la coalizione per poi uscirne.
Quindi, non è il caso che Bertucco o altri si preoccupino degli eventuali problemi del centrodestra, ma è bene che pensino “in casa propria”. Il centrodestra è molto vivo come del resto hanno confermato le recenti elezioni regionali. O sbaglio?”