«La vedo molto dura, la situazione. Complicata e piena di tranelli, perché purtroppo a metà novembre saremo come a fine marzo. Con la differenza che allora l’epidemia riguardava Lombardia e Veneto, mentre ora abbraccia tutta Italia. Il virus si è sparpagliato ovunque”. Guido Bertolaso lancia l’allarme. Sul Covid ha lavorato in primavera, di Covid è stato pure ammalato. Davanti agli occhi ha un grafico «dove si vede chiaramente come a metà del prossimo mese la curva di contagi, ricoveri e morti avrà un’impennata insostenibile se non si prendono subito misure drastiche».
Secondo lei dunque non c’è salvezza? «Se il diagramma corrisponde a verità, rischiamo tra poco più di due settimane di ritrovarci nei guai. Credo che sarebbe meglio fermare del tutto il Paese per un mese, subito, siamo ancora in tempo per non arrivare ai numeri di marzo. Con uno stop generale, da un lato potremmo cercare di arrestare la diffusione, dall’altro permetteremmo al sistema di riorganizzarsi. Resettiamo l’Italia, senza aspettare di vedere se le nuove misure sono state efficaci».