“Certe «trilogie» (anche sportive) sono così: non sempre raccontano tutto. E, qualche volta, nemmeno la parte più bella’. Chiudeva con queste parole Francesco Radogna, nello splendido articolo apparso sul Corriere della Sera. Perché la parte più bella di questa storia, si trova cercando i due pugili una volta scesi dal ring. Quando Emile Griffith scopre in Nino Benvenuti, l’eterno rivale, l’amico pronto ad aiutarlo.
BUONA LA PRIMA. E’ il 1967, Nino Benvenuti da Istria è Campione Europeo dei Medi, la seconda fascia di peso più prestigiosa della boxe. Ma la sua sete di vittoria lo spinge negli Stati Uniti alla conquista del mondo. Ad attenderlo c’è l’americano Emile Alphonse Griffith (1938-2013), avversario dal talento immenso e campione iridato della categoria. La prima sfida della trilogia si fa il 17 Aprile di quell’anno: Nino parte bene, poi accusa il colpo, ma risorge. Il match è intenso, Benvenuti cresce e si prende la scena, Emile è confuso e colpito. Al Madison Square Garden di New York, Benvenuti diventa Campione del Mondo dei Medi. Tutto così semplice? No, il contratto stipulato tra i due parla chiaro: «se Emile perde, la rivincita è certa. Immediata».
LA SECONDA DI GRIFFITH. E così, neanche sei mesi più tardi, il 27 Settembre ’67, si combatte allo “Shea Stadium”, sempre a New York. Griffith stavolta parte meglio, una costola di Benvenuti si spezza e a lungo andare il dolore diventa insopportabile. Nino però resiste, danza come può sul ring, ma gli affondi di Emile vanno a segno e seppur non stravincendo, l’americano si porta in parità. E’ tempo di terza gara, “la bella”, tutti la vogliono, spettatori in primis.
4 MARZO 1968: L’ORA DELLA TERZA. Di nuovo al “Madison Square Garden”, che stavolta arriva a ospitare 15.000 persone, con decine di milioni davanti alla tv. La sfida parte in equilibrio, e per le prime otto riprese questa sensazione non se ne va. In attesa di una scintilla che possa stravolgere tutto, e che puntualmente arriva alla nona ripresa, grazie a una serie di ganci precisi che mandano al tappeto Griffith. L’americano ci prova ancora, ma ormai l’incantesimo si è spezzato. E’ il 4 Marzo del ’68, e quel “bell’uomo, che veniva dal mare”, diventa Campione del Mondo dei pesi Medi per la seconda volta.
L’AMICIZIA OLTRE IL RING. L’Italia degli anni del boom, si risveglierà dal dopoguerra, scoprendosi competitiva anche in uno sport non propriamente “suo”. Grazie ad un pugile istriano, capace di andare a conquistarsi qualcosa più grande di lui. Benvenuti chiuderà con l’agonismo nel ‘71 (90 match; 1 pari, 7 sconfitte), dando il via ad una “seconda carriera” da attore in diversi film. Griffith arriverà fino al ’77 (112 match, 85 vittorie, 2 pareggi, 24 sconfitte), chiudendo però l’ultima parte della sua vita in gravi difficoltà, economiche e fisiche. L’americano fu anche uno dei primi pugili a dichiarare al mondo la sua omosessualità, scovando da quel momento in Nino, la spalla su cui appoggiarsi. Fino alla fine. Perché alla volte, certe imprese sportive, hanno la forza di lasciar spazio a qualcosa di ancora più grande.