Bentegodi, benefattore a tutto campo Ricordata la molteplice attività sociale, politica e sportiva. Un testamento unico

Un centinaio di studenti delle prime due classi di agraria dell’istituto Stefani Bentegodi di Buttapietra ha seguito nell’Aula magna un incontro-dibattito incentrato sulla figura di Marcantonio Bentegodi. E’ stato questo benefattore cittadino, scomparso nel 1873, a destinare, nel suo testamento, parte dei propri beni all’insegnamento di agricoltura, chimica e fisica. Risale così all’1 giugno 1891 la nascita della Scuola provinciale di agricoltura di Verona con, allora, sede a Marzana, poi in via Dietro Filippini, in Borgo Roma (dove oggi vi sono le scuole Einaudi) e dal 1977 all’attuale collocazione di Bovolino nel Comune di Buttapietra (ma l’istituto è presente anche a Isola della Scala, S. Pietro in Cariano, Villafranca, Caldiero). L’iniziativa dei docenti della scuola Stefani Bentegodi, nata con lo scopo di far conoscere in ogni dettaglio agli studenti la figura alla persona cui è intitolato l’istituto è nata e si è concretizzata dopo un incontro con Sergio Dall’O’, per oltre trent’anni direttore dell’allora Istituzione comunale (oggi Fondazione) Bentegodi, che già aveva collaborato con un suo intervento alla stesura del libro “150° dell’istruzione agraria a Verona/1867-2018” di G.F. Viviani e P. Bozzolin. L’occasione di una “lezione” sul tema è stata colta dopo la pubblicazione del libro “Bentegodi, 155 anni di sport”, scritto da Renzo Puliero e finanziato dallo stesso Dall’O’. In Aula magna, dopo il saluto, in rappresentanza del preside, di Concetto Marletta, vicario dell’istituto, sulle finalità dell’incontro, Puliero ha illustrato brevemente la molteplice attività di Marcantonio Bentegodi nei campi sociale, politico e sportivo, ricordando i contenuti di un testamento che si può definire unico per quei tempi quando i lasciti erano destinati, soprattutto, agli enti religiosi, mentre Dall’O’ ha raccontato la sua esperienza di direttore della società sportiva (ultracentenaria), incentrata, particolarmente, sull’incremento del numero delle sezioni, sul creare un ampio movimento di base (raggiunti anche i 15 mila iscritti) e sull’organizzazioni di manifestazioni di livello internazionale (atletica, pesistica, nuoto, basket, ciclismo, tennis) in occasione del centenario dell’Istituzione comunale. Isabella Lonardi, vedova di Rinaldo Olivieri, l’architetto della stella della Bra, ha ripercorso il cammino intrapreso dal marito per far conoscere ai veronesi il baseball sino ad essere cofondatore della Bentegodi Cardinals. Bentegodi, alla sua morte, era stato deposto nella tomba di famiglia del cimitero monumentale, nel settore “Beneficis in Patriam”. La tomba, però, era andata “perduta”, concessa dal Comune ad altri nel 1993 senza che fosse rispettato l’obbligo di mantenere l’iscrizione del nome Bentegodi, come era, invece, indicato nella delibera di giunta del 1991. Francesca Tamellini, presidente della commissione Pantheon del Comune, ha avuto il merito di ricostruire quanto accaduto e di ritrovare il punto dove era stato sepolto Bentegodi dove, ora, almeno è tornato in evidenza il suo nome. Ha anche ricordato che non esiste alcuna foto di Marcantonio Bentegodi e quella pubblicata negli ultimi anni va considerata un “falso storico”.Nell’ultimo intervento, Gaetano Dalla Pria, probabilmente la persona che più di ogni altro ha interpretato la mission affidata da Bentegodi con il suo testamento, essendo stato allievo dell’istituto agrario prima della laurea in agronomia e, nel contempo, atleta di livello internazionale nel lancio del disco, per essere poi alto dirigente della Federazione di atletica leggera e degli Atleti azzurri d’Italia. Bello è stato il suo appello, rivolto agli studenti dell’utilità di abbinare scuola e sport, quest’ultimo da praticare in modo assolutamente pulito, senza farsi attirare dalle sirene del doping. Su chi è stato Marcantonio Bentegodi, la “lezione” continuerà nel corso dell’anno scolastico sotto la guida degli insegnanti.