Bentegodi tra mito, storia e realtà Renzo Puliero racconta la vita di Marcantonio e della Fondazione che porta il suo nome

L’ovale realizzato da Nicola Beber sulla falsa immagine di Marcantonio Bentegodi
L’ovale realizzato da Nicola Beber sulla falsa immagine di Marcantonio Bentegodi

Mercoledì 10 luglio verrà presentato il volume “Bentegodi 155 anni di sport” del giornalista sportivo Renzo Puliero, a ricordo delle manifestazioni internazionali ospitate in città per il centenario dell’Istituzione e per il 150° anno dalla morte di Marcantonio Bentegodi.

L’evento sarà tenuto nella Sala Montanari della Società Letteraria (Piazzetta Scalette Rubiani 1).

Pateciperà, in un incontro dialogato con l’autore, Sergio dall’O’, già direttore dell’Istituzione Comunale Bentegodi.

Il volume riprende l’opera di Emanuele Carli, dove parla della storia dei primi dieci anni di vita dell’Istituzione; ora pur essendo diventata Fondazione, continua a rimanere il punto di riferimento per tutti gli sportivi veronesi.

Ma chi era Marcantonio Bentegodi?

Solo l’intestatario dello stadio comunale? Renzo Puliero ci racconta la storia e l’importanza di questo personaggio pubblico e sportivo che nasce nel 1818, dimostrando sempre attiva partecipazione alla vita culturale della città natale.

Marcantonio ha ricoperto incarichi pubblici e, dalle testimonianze, sembrava avere una passione per il gioco della palla.

Partecipa all’attività sportiva veronese, all’epoca composta di scherma, equitazione, pallone, senza praticare però l’agonismo.

E’ socio di alcune società sportive, promuovendole finanziariamente.

Bentegodi è impegnato anche nella vita pubblica cittadina, venendo eletto consigliere comunale e entrando nella giunta.

Lasciò particolarmente il segno sulla Società Letteraria, che conserva, ancora oggi, tutti i suoi libri, le stampe e le carte geografiche.

Per dimostrare la loro riconoscenza verso un cittadino così benemerito viene fatto realizzare un busto e un medaglione con l’effige di Bentegodi da conservare nelle sale della Società.

Ma come farlo se non esiste alcun ritratto del nostro Marcantonio? Si tenta di esumare la salma, con insuccesso generale perché gli anni decorrono anche per i cadaveri.

Venne realizzata allora una lapide commemorativa di pietra, che ancora oggi è conservata nella sede della Società.

Il falso storico

Ma nel 2011 ci si riprova.

Allo scultore veronese Nicola Beber viene l’idea di un’effige bentegodiana e realizzerà, infatti, un ovale in bassorilievo bronzeo. Il problema è che l’opera è stata tratta da un’immagine che la Fondazione ha dato all’artista, spacciandola come vera.

Ma non lo è. In realtà non eiste alcuna foto del benefattore.

Il falso storico risale al 2006, quando d’incanto compare nel libretto che l’Istituzione pubblica ogni fine anno con i principali risultati della stagione.

Rimane certo il fatto che l’effigie collocata al Centro Bentegodi o qualsiasi rappresentazione, diffusa nel corso degli anni, non corrisponde alla raffigurazione storica e veritiera di Marcantonio.

Il modo migliore, quindi, per cercare di valorizzare il patrimonio della Fondazione e dell’uomo di cui porta fiera il nome è di realizzarne lo scopo adempiendo alle parole dello stesso Bentegodi “per non dimenticare l’educazione fisica della gioventù veronese”.

“La Fondazione Bentegodi rappresenta un valore storico, sportivo e culturale di tutti i cittadini veronesi – interviene Giorgio Pasetto, presidente di Fondazione Bentegodi – e quindi spetta a noi occuparci di promozione sportiva, di attività fisica e di qualità della vita, salute e benessere dei cittadini. Vogliamo una Fondazione innovativa, sostenibile e che valorizzi i giovani”.

Alice Spilimbergo