“Svelare i luoghi della cultura significa saper guardare al futuro”, ci dice Sergio Mattarella commentando alcune recenti manifestazioni dedicate alla valorizzazione di beni culturali e paesaggistici del nostro Paese. In questo periodo dell’anno, anche a Verona, sono molte le opportunità di scoperta pensate per tutelare e salvaguardare, con il racconto e la frequentazione, una grande e diffusa ricchezza comune. Le “Giornate FAI di Primavera” costituiscono la più nota e longeva esperienza in tale direzione. Attraverso un format collaudato e una capillare rete territoriale di associazioni, enti e volontari, il Fondo Ambiente Italiano (FAI) unisce migliaia di persone impegnate in un racconto corale di tutela del nostro patrimonio. L’edizione primaverile 2024 ha offerto una vetrina d’iniziative condivise, tantissime visite guidate in luoghi speciali (a volte sconosciuti o abbandonati e solitamente inaccessibili) con una partecipazione vasta, trasversale, guidata da un sentimento civile di appartenenza e orientata al senso di responsabilità. A Verona si sono resi disponibili Palazzo Scarpa e la Domus Romana (in piazza Nogara), la Rondella delle Boccare (sulla sponda sinistra dell’Adige), l’Oasi della Bora (a Povegliano), la Casa del Dottor Oppi e la Pieve di Sant’Andrea (a Sommacampagna). Ulteriore occasione di riscoperta delle bellezze italiane è offerta dalla “Giornata nazionale delle dimore storiche” che crea un esteso museo diffuso con ville, castelli e parchi. L’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI) promuove anche “Cortili aperti a Verona” con accesso gratuito e guidato ad alcuni spazi del centro cittadino. Invece, per farci scoprire i paesaggi collinari, le produzioni tipiche e le numerose eccellenze, la Regione Veneto identifica dodici ambiti territoriali esplorabili all’interno della “Giornata Regionale per i Colli Veneti”. L’intento è realizzare un evento diffuso e un calendario di manifestazioni per rafforzare le relazioni, affrontare tematiche di sviluppo sostenibile, valorizzare la cooperazione tra comunità locali e aiutare ad apprezzare, sempre più, un contesto naturalistico unico nel suo genere. Nel vasto panorama di aperture straordinarie ha rappresentato una novità assoluta la “Giornata Nazionale delle Università”, interessante opportunità pensata per condividere l’esteso patrimonio culturale e scientifico delle università e far conoscere alla cittadinanza le sedi di studio, ricerca e lavoro, con edifici, aule, cortili, biblioteche, musei e laboratori. L’ateneo veronese, accogliendo lo spirito dell’iniziativa tracciato dalla ministra Bernini (per un’università innovativa, incisiva e inclusiva), ha realizzato una serie di percorsi guidati molto apprezzati, al Polo Santa Marta, al Complesso di San Francesco, alla Biblioteca Frinzi, a Palazzo Giuliari e a Ca’ Vignal. Il progetto “Università svelate”, ha commentato il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rafforza le connessioni con le Comunità e contribuisce “alla diffusione della conoscenza, alla partecipazione alla vita pubblica e al consolidamento della coesione sociale”. In questa logica “il sapere diventa la chiave che apre ogni porta”. Svelare l’immenso patrimonio culturale del nostro territorio, rendendolo visibile, aiuta a comprenderne l’identità simbolica, a creare legami cognitivi ed emozionali, ad aprire lo sguardo verso una narrazione unica e originale che aumenta la consapevolezza verso ciò che era nascosto e poco noto. In tal modo, gli spazi che ci accolgono, con i beni culturali che ospitano, diventano esperienze, memorie e visioni collettive nelle quali riconoscersi.
Chiara Antonioli