Diciotto metri verso il cielo. La croce astile più alta al mondo, opera dello scultore Andrea Trisciuzzi e fortemente voluta da Mirko Zanini, presidente dell’associazione culturale «Totus Tuus», è stata benedetta oggi, giorno in cui ricorre il centenario della nascita di Santo Giovanni Paolo II.
E proprio Papa Wojtyla, con il volto contratto nella sofferenza del mondo e una mano tesa verso Dio che lo accoglie, é l’ultima delle sei grandi figure che animano la croce innalzata nel veronese e pronta per raggiungere la sua destinazione: il Monte Faloria che sovrasta Cortina d’Ampezzo.
Un’opera d’arte, ma anche un’opera di ingegneria considerato che le sei figure scolpite in una resina particolare ad elevata resistenza e cave all’interno hanno avvolto, a blocchi di tre metri, un palo di ferro-carbonio che é diventato lo scheletro che garantisce la stabilità a tutta la struttura.
«Purtroppo la pandemia causata dal Coronavirus», spiega Mirko Zanini «ha condizionato il nostro sogno di essere già sul Faloria, ma la ripresa delle Messe nelle Chiese proprio nel giorno del centenario della nascita di Papa Wojtyla significa che la mano del Santo é protesa non solo verso l’alto, come nella scultura, ma anche dall’alto verso il basso, verso il suo popolo».
La benedizione della croce è stata impartita questa mattina a San Pietro di Morubio, da don Maurizio Viviani, Direttore del Museo diocesano d’arte sacra di Verona.
Una Messa è stata celebrata in Cattedrale da monsignor Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona, alle ore 18.30 in diretta su Telepace. (foto Renzo Udali)