Non è certo un mistero che Gianni Benciolini, per anni numero uno dei grillini veronesi ed ex capogruppo in Consiglio comunale, abbia il dente avvelenato nei confronti dei vertici pentastellati. L’anno scorso, quando sembrava ormai scontata la sua candidatura al parlamento Grillo, Casaleggio, Di Maio e soci hanno invece deciso di non inserirlo in lista. E però lo sfogo pubblicato sul suo profilo Facebook sembra andare al di là del comprensibile
rancore. Le ultime disfatte elettorali del Movimento, clamorosa quella in Sardegna dove lo scorso marzo i grillini fecero cappotto in tutti i collegi uninominali, non hanno spinto Benciolini a indicare solo quelli che secondo lui sono i reali motivi delle batoste a livello locale. Beciolini ha lanciato anche pesanti accuse. “La maggior parte della base fino a ora
era formata da persone capaci solo di urlare, lamentarsi e litigare. Tutte le persone competenti e con gran voglia di fare sono fuggite (ogni riferimento a se stesso è puramente
casuale? ndr). Oltre al fatto” continua Benciolini “che la concentrazione di forze del Movimento è tutta a livello romano. Sui territori non c’è più nessuno che sostiene i gruppi locali. La cartina di tornasole di questo processo è la provincia di Verona. Su decine di Comuni al voto questa primavera” attacca l’ex capogruppo pentastellato “fino a ora solo un gruppo ha la capacità di creare una lista e altri stanno accrocchiando soluzioni contro le regole attuali del Movimento”.
Qualcuno gli risponderà?