C’era da affrontare il Brasile, dopo il 2-1 all’Argentina. Enzo Bearzot non ebbe dubbi. “Zico è tuo”. Tre parole soltanto, neanche Gentile ne aspettava di più. Aveva appena “asfissiato” Maradona, con una marcatura “borderline”, fiato sul collo e mani sulla maglia, fino a strappargliela. Forse oggi, in un calcio esagerato in tutto, Gentile non avrebbe finito la partita. Ma allora sì, la finì con lo “scalpo” di Maradona tra le mani. “A Zico penso io”, disse solo a Bearzot. E ripetè lo stesso trattamento. Mai un centimetro per respirare, neanche mezzo metro, “perchè se ti punta sei morto”. Difficile essere Zico, com’era stato difficile essere Maradona, con uno come Gentile. Sì, Zico riuscì a dare a Socrates l’assist per il primo gol, gli riuscì qualche numero, perchè quelli come lui qualcosa inventano sempre. Ma la notte finì per sognarsi la faccia di Gentile, le mani di Gentile, la “cattiveria” di Gentile. E sognò pure i tre gol di Paolorossi, ma qui comincia un’altra storia. E’ un incubo che in Brasile continuano ad avere in tanti…