Continua la guerra a distanza tra le multiutility dell’energia del nord che vede per esempio da un lato il presidente della società trevigiana Ascopiave, Nicola Ceccolato, criticare la scelta di Agsm e della vicentina Aim di sposarsi con i lombardi di A2A senza passare da una gara. Ma veronesi e vicentini non ci stanno.
“Destano un certo stupore”, si legge in una nota congiunta, “i diversi articoli apparsi sulla stampa nei giorni che hanno dato conto di alcune perplessità, anche da parte di realtà del settore, circa la trattativa in esclusiva con A2A quale partner industriale a supporto del progetto di integrazione tra AGSM Verona e AIM Vicenza.
La scelta di queste ultime”, continua, “è stata dettata da una ragione strategica: quella di dare vita a una realtà a maggioranza pubblica capace di giocare un ruolo sovraregionale nell’intera area del Nordest, fondendo il punto di forza rappresentato dal presidio e dal legame con il territorio assicurato da AGSM Verona e AIM Vicenza con l’apporto di asset e competenze di un forte partner industriale quale, per l’appunto, A2A.
La peculiarità e l’esclusività di questo disegno – così come è stato peraltro certificato dall’analisi strategica e industriale redatta da Roland Berger, advisor congiunto delle due società, e dai pareri legali redatti dagli studi legali Gitti and Partners per conto di AGSM Verona e di Simmons&Simmons per conto di AIM Vicenza – rappresenta una condizione di per sé sufficiente per non attivare una procedura a evidenza pubblica, in forza del principio di “infungibilità”.
Tale principio, infatti”, concludono, “prevede che, di fronte a una proposta connotata da caratteri di unicità così forti da non risultare sostituibile con proposte provenienti da altri attori presenti sul mercato, la procedura a evidenza pubblica non risulti necessaria”.