“Il bonus ristrutturazioni ha sicuramente la finalità positiva di un investimento in favore dell’edilizia, ma così strutturato rischia di mettere fuori dal mercato artigiani e piccole imprese. Un provvedimento di questo tipo, per non ledere alcun soggetto coinvolto, dovrebbe prevedere l’obbligo di acquisizione da parte dello Stato del credito di imposta generato”. Questo la richiesta contenuta nella lettera che Confartigianato Imprese Verona, a firma del presidente Andrea Bissoli, ha inviato ai 18 parlamentari veronesi per chiedere un loro intervento in merito sull’articolo 10 del cosiddetto “Decreto Crescita”, che prevede la possibilità, per il committente dei lavori di riqualificazione energetica o antisismici, di scegliere, al posto della detrazione fiscale, che per questi interventi va dal 50% all’85%, uno sconto diretto in fattura da parte di chi ha realizzato i lavori. Sconto che l’impresa potrà farsi rimborsare dallo Stato tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque anni. Inoltre, potrà, a sua volta, scegliere di cedere il credito così acquisito ai suoi fornitori di beni e servizi. Non potrà cederlo a istituti di credito e intermediari finanziari. “Una battaglia che Confartigianato sta portando avanti da mesi – spiega Bissoli –, ottenendo l’appoggio dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, il cui pronunciamento rileva che la norma in esame, nella sua attuale formulazione, appare suscettibile di creare restrizioni della concorrenza nell’offerta di servizi di riqualificazione energetica a danno delle piccole e medie imprese, favorendo i soli operatori economici di più grandi dimensioni. A nome delle circa 11.300 imprese artigiane della provincia di Verona operanti nelle categorie Edilizia e Impianti, che non possono fare da bancomat anticipando lo sconto, ci siamo rivolti direttamente ai nostri politici, eletti per rappresentare non solo tutti gli Italiani, ma in particolare i cittadini veneti e veronesi”.L’iniziativa di rivolgersi ai parlamentari del territorio si è rafforzata in questi giorni con un’altra missiva che Confartigianato Imprese Veneto ha inviato ai 73, tra onorevoli e senatori, eletti in Veneto per sollecitare una loro azione bi-partisan sulla vicenda della disciplina sull’ecobonus. “Questa forte presa di posizione – afferma Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Imprese Veneto – si basa sulla consapevolezza della profonda distorsione della concorrenza introdotta dalla norma a danno di 52mila600 imprese artigiane venete edili, dell’installazione di impianti e dei serramenti (in legno e in metallo) pari al 41% di tutto l’artigianato regionale”. In Veneto, il mercato sostenuto dall’ecobonus ammonta, nel 2018 da fonte ENEA, a 541 milioni di euro di investimenti (pari al 16,3% dei 3.331 milioni a livello nazionale) e 42mila interventi. Nell’ultimo quinquennio queste cifre diventano oltre 2 miliardi di investimenti e 215mila interventi. La distribuzione per tipologia rileva il 31,4% riferito ai serramenti, il 24% a pareti verticali, il 15,4% a pareti orizzontali, il 12,6% alle caldaie a condensazione, il 7,4% a pompe di calore, il 4% a schermature solari, l’1,1% al solare termico e lo 0,75% a Impianti a Biomassa.