Posti letto a ruba.La combinazione di date che vede prima Vinitaly e subito dopo Pasqua sta facendo impazzire le prenotazioni per un letto a Verona con prezzi da capogiro. Non solo i 6mila posti letto negli alberghi, ma anche e soprattutto i circa 18 mila posti letto nelle locazioni turistiche della città vengono contesi su internet a colpi di clic. Gli operatori del settore prevedono già il tutto esaurito in quei giorni che partiranno con gli eventi di Vinitaly and the City. E dopo la crisi per la pandemia da Covid, il mercato degli affitti turistici è ripartito alla grande, come confermano i dati della Camera di commercio che nel novembre scorso davano questa fotografia: viene aperto un B&B al giorno, le realtà sono olttre tremila per un totale di almeno 18 mila posti letto, sui quali continuano i controlli della Polizia locale per contrastare il fenomeno dell’abusivismo. Del resto, non c’è palazzo in centro che non abbia locazioni turistiche, compresa piazza Erbe e dintorni. proprio il mese scorso, gli agenti della Polizia Locale hanno scoperto che nove locazioni turistiche facenti capo ad una società, ubicate tra piazza Erbe e vie limitrofe, non hanno versato neppure un euro di imposta di soggiorno nell’anno 2022, oltre ad aver violato le norme regionali in materia di omessa esposizione del codice identificativo, omessa informativa al turista sull’obbligo di pagamento dell’imposta di soggiorno, oltre a fornire servizi che sono invece vietati per questa forma di attività extralberghiera. Durante il sopralluogo effettuato in queste residenze di lusso, è stato accertata la presenza di un vero e proprio punto di ricevimento con un dipendente della stessa società che poi prestava assistenza ai turisti in arrivo, dislocandoli tra le varie unità abitative superlusso. Le violazioni ammontano ad almeno 20.000 euro e sono in corso accertamenti approfonditi anche sulle targhe di clienti inserite almeno 330 autovetture inserite. I posti letto negli alberghi invece sono un terzo, circa 6mila, di conseguenza la ricerca da parte dei clienti si allarga in Valpolicella e sul lago di Garda. Una realtà che sta mettendo in crisi il mercato degli affitti, soprattutto tra gli studenti che a Veronetta fanno fatica a trovare un posto letto perché è esploso il fenomeno dei B&B: si affitta a turisti, attività che rende migliaia di euro al mese in alta stagione, e gli studenti si arrangino. Molti studenti universitari denunciano che per un posto letto arrivano a pagare 400 euro al mese. Prezzi alti, ma per i proprietari di locazioni turistiche è comunque più conveniente affittare a turisti se è vero che nei giorni di Vinitaly si arriva a chiedere oltre 260 euro per una notte, mentre in bassa stagione ci si ferma a 100 euro a notte. Questi ultimi dati sono frutto della ricerca universitaria dei docenti Ilenia Confente e Davide D’Acunto e presentata in sesta commissione consiliare (Cultura) l’altro giorno. Una ricerca sulle locazioni turistiche che ha però preso in considerazione soltanto gli account su AirB&B e un’altra piattaforma di settore, per cui il dato finale dello studio universitario è molto parziale perché si ferma a una disponibilità di 6mila posti letto con una percentuale di occupazione del 70% contro i circa 18mila censiti dall’Istat e dalla Camera di commercio.
“Ora i Comuni mettano uno stop a questa deriva”. Cavara (Federalberghi): “Il centro storico si desertifica, il commercio è stravolto”
A Venezia è stata riconosciuta, nel decreto Aiuti del Governo, la possibilità di limitare il mercato degli affitti brevi: non più di 120 giorni all’anno per appartamento. Il Parlamento ha concesso questo privilegio soltanto a Venezia, anche se Bologna e Firenze avevano chiesto di essere comprese nella legge. Ora lo chiede anche Milano: l’assessore del capoluogo lombardo alla Casa Pierfrancesco Maran all’apertura del Forum dell’Abitare ha chiesto la possibilità di accedere al “lodo Venezia”: “Quindicimila case per i turisti sono troppe. Vanno limitate». Da tempo le città d’arte chiedono di poter introdurre regole per governare un mercato che negli ultimi anni si è sviluppato in modo incontrollato e ha contribuito a trasformare molte città italiane, le cui case sono sempre più adibite agli affitti brevi con molte conseguenze per i residenti. Conseguenze che vanno da un mercato degli affitti impazzito perché prevale la locazione turistica, a ripercussioni sul commercio che è sempre più a misura di turista e sempre meno al servizio dei residenti; inoltre i centri storici si svuotano perché i proprietari di case vanno ad abitare fuori e affittanno il proprio appartamento ai turisti. Una limitazione invocata anche a Verona. Spiega Giulio Cavara presidente di Federalberghi: “In tutte le città d’arte c’è la richiesta di ettere un freno a questa situazione. Non vogliamo demonizzare nessuno, abbiamo sempre avuto la convivenza con l’extralberghiero, ma ora si sta snaturando la città, dal punto di vista commerciale e da quello abitativo. In centro ci sono solo turisti e i residenti spariscono. Ai Comuni deve essere data la possibilità di governare i numeri e di poter mettere uno stop, perché Verona secondo noi è ben oltre il limite di guardia. Molte città europee hanno già messo precisi paletti per arginare il fenomeno, noi cosa aspettiamo?”. L’allarme lo aveva lanciato ancora sei, sette anni fa lo storico dell’arte e archeologo Salvatore Settis parlando di Verona e Venezia: “Salviamo l’anima delle città d’arte dal turismo di massa”. Verona è ancora in tempo?