C’è Marino Bartoletti, già in “forma Sanremo”, assieme a Damiano Tommasi, a Charlie Recalcati, gloria del basket italiano e a Daniele Cassioli, fuoriclasse non vedente dello sci nautico mondiale. C’è soprattutto la voglia di raccontarsi e ascoltare, tra un aneddoto sanremese e un ricordo di campo, una medaglia conquistata e una leggenda sfiorata. “Lo sport è bello per questo, perché ti dà sempre un’altra chance e perché ti mette sempre in discussione” osserva Marino Bartoletti. “Lo sport è bello anche quando perdi” sospira Recalcati, il coach che ha portato l’Italbasket all’argento mondiale, “…e non era una Nazionale di fuoriclasse”, osserva Bartoletti. “No, non lo era” ammette Recalcati. “Ma la bellezza dell’impresa è anche questa. Perché lo sport non è solo tecnica o tattica, lo sport è molto di più. E’ rapporto umano, sintonia, valori che sono decisivi, che trasformano una squadra normale in una grande squadra”. Scorrono le immagini di quella medaglia d’argento. “Perdemmo la finale, ma per tutti quella non è una sconfitta, è una vittoria” sottolinea Recalcati. “Bisogna saper perdere”, cantavano i Rokes a Sanremo” dice Marino Bartoletti. “Bisogna saperlo fare, ma bisogna anche saper vincere. A volte è più difficile saper vincere che saper perdere”. Sorride Daniele Cassioli, quando ricorda che “…sono le sconfitte a farti davvero crescere, a metterti in discussione, a farti riflettere. Finchè vinci, magari, non ci pensi neanche, quando perdi ti fai delle domande. E impari”. “Dovremmo dirlo ai genitori” interviene Tommasi. “Dovremmo far capire a loro quanto è importante lo sport per lo sport, per quello che ti dà, lo stare insieme, imparare le regole, rispettare i compagni, gli avversari, l’allenatore. Imparare che prima di vincere conta divertirsi, soprattutto quando parliamo di bambini. Quanto all’allenatore, quando riesce a creare quel clima speciale in uno spogliatoio, allora può davvero succedere di tutto”. Anche uno scudetto al Verona. “Conducevo io la Domenica Sportiva, in quella stagione” dice Bartoletti. “Ecco, associo Bagnoli a Recalcati. Quel Verona non era la squadra più forte, Bagnoli la fece diventare tale. Quello scudetto mi emoziona ancora, perché ho conosciuto tanti galantuomini nello sport, ma uno dei primi è proprio Bagnoli”. Lì, nella piazza dei Golosi, centro commeciale Le Porte dell’Adige, il tempo pare si sia fermato. C’è la musica, la voglia di ricordare, un filo di nostalgia. “E’ la magia dello sport” sorride Bartoletti. La magia dei campioni.