«Lo stato di abbandono in cui versano da mesi i cantieri è sotto gli occhi di migliaia di cittadini veronesi che vivono a San Michele, Borgo Venezia, Borgo Roma e Stadio, e di quanti transitano ogni giorno in viale Dal Cero e via Città di Nimes. Una situazione che i media locali hanno ben documentato con servizi sull’incuria e i mezzi d’opera abbandonati dalla primavera scorsa. Il resto sono solo chiacchiere», così il presidente di AMT Spa, Francesco Barini risponde alla lettera inviata dall’ATI all’indomani della decisione dell’azienda veronese di procedere alla risoluzione del contratto in danno.
«L’ATI ha avuto tempo dal 16 aprile ad oggi – aggiunge Barini – per riprendere i lavori, ma come testimoniano i 18 solleciti formali inviati da AMT Spa e da Direzione lavori non l’ha fatto. La decisione di procedere con la risoluzione del contratto e di chiedere la fideiussione di 10 milioni di euro serve a tutelare l’azienda, l’opera finanziata con denaro pubblico e i cittadini veronesi costretti a vivere da mesi con i cantieri abbandonati sotto casa».
Il presidente Barini interviene anche nel merito di alcune delle dichiarazioni dell’ATI: «Contestualmente alla richiesta di ripresa dei lavori, lo scorso 20 aprile si è tenuta una riunione nella sede di AMT Spa nella quale Direzione Lavori ha consegnato all’Ati il piano della sicurezza per la ripresa dei lavori di Opera Filovia: una trentina di pagine in cui venivano considerate e rimodulate le diverse fasi delle lavorazioni e le modalità di gestione degli operai presenti nei cantieri per ottemperare alle misure anti Covid 19 previste dai DPCM. Misure che l’ATI non ha mai adottato visto che i lavori non sono ripresi».
«AMT Spa non ha mai bloccato le attività di cantiere – aggiunge Barini – ha chiesto invece, e a più riprese, che l’ATI completasse i lavori sul piano stradale prima di procedere con nuove fasi e con l’apertura di ulteriori cantieri. Infine, AMT Spa ha regolarmente pagato i lavori effettuati e fatturati versando al Consorzio Integra un totale di 5.057.515,93€ – sottolinea il presidente di AMT -.
Ulteriori richieste economiche dell’ATI sono in fase di accertamento poiché la nostra azienda dalla scorsa primavera è subissata dalle proteste dei subappaltatori che lamentano il mancato pagamento da parte del Consorzio Integra dei lavori svolti.
Inoltre, secondo il cronoprogramma iniziale dell’ATI ad oggi dovrebbero esser già stati realizzati lavori per 60.000.000 di euro ed invece ne è stato realizzato poco meno di un decimo».
In conclusione il presidente Barini ricorda che: «la richiesta di completare i lavori nei cantieri aperti prima della ripartenza delle scuole è stata disattesa da ATI, che non è intervenuta in nemmeno una delle situazioni più critiche, come viale Palladio, via Comacchio, via Tunisi, via Dalla Corte o via Fedeli. Una totale mancanza di buona volontà e di comprensione dei disagi a cui sono sottoposti i cittadini veronesi da parte di ATI che ha determinato la decisione di AMT di risolvere il contratto. Ora la questione è nelle mani dei legali».