Bandiere a mezz’asta in Veneto per onorare la memoria di Giulia Il presidente della Regione Luca Zaia: “Nel giorno dei funerali lutto regionale. Un fiocco rosso contro la violenza sulle donne”

“Ho dato disposizioni perché nel giorno delle esequie di Giulia sia dichiarato il lutto regionale. Avremo tutte le bandiere delle istituzioni a mezz’asta e l’intero Veneto si stringerà in un abbraccio alla famiglia, gli amici di Giulia, a tutti coloro che le hanno voluto bene. Il dolore e lo sgomento coinvolgono, in queste giornate, l’intera comunità veneta: ci si interroga sui perché di una vita spezzata senza senso, sull’oltraggio a una ragazza che era simbolo per il proprio mpegno nella vita e per il suo sorriso gentile, che abbiamo imparato a conoscere anche dai racconti di chi più le era vicino”, rende noto il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, all’indomani del ritrovamento del corpo senza vita di Giulia Cecchettin. “Dopo questi giorni di frenetiche ricerche, di speranze, di dolore la
dichiarazione del lutto regionale vogliamo diventi anche, nel ricordo di Giulia, un segnale estremamente determinato contro la violenza sulle donne. Propongo quindi di indossare non solo il 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere), ma anche nel giorno dei funerali il fiocco rosso, divenuto simbolo contro la violenza di genere, e di esporre nei
luoghi pubblici e privati oggetti di colore rosso. Invito quindi anche le amministrazioni locali ad operare in questo senso” conclude Zaia.
POLIZIA E CALZEDONIA. E parte oggi la campagna antiviolenza sulle donne da parte della Polizia di Stato con Calzedonia. “Se danneggia le tue cose, se ti ricatta, se ti segue, se pretende amore o sesso quando tu non vuoi, se ti spinge o schiaffeggia, se ti umilia, se ti isola, se ti intimidisce, se ti chiude in una stanza, se minaccia te e i tuoi figli, se ti offende, se ti zittisce, se ti controlla, se ti fa del male fisico, se minaccia la tua libertà, anche economica, se ti telefona di continuo per insultarti, se ti prende a calci, ti tira pugni e ti strappa i capelli, se ti infastidisce con SMS ossessivi, se ti chiede l’ultimo appuntamento… questo non è amore”.
Sono queste le parole con le quali, anche quest’anno, per la settimana dedicata alla sensibilizzazione sul grave fenomeno della violenza di genere e al ricordo delle numerose vittime di questo spregevole crimine, il brand Calzedonia ha voluto rinnovare la partnership con la Polizia di Stato. Infatti, dal 20 novembre, le shopper che verranno utilizzate in tutti i punti vendita d’Italia del brand avranno stampata l’immagine che promuove questa campagna.

Ed è bufera per i post di Valdegamberi

Su Facebook attacca la sorella di Gulia. Zaia si dissocia. Piovono richieste di dimissioni

E’ bufera sul consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi, del gruppo Misto ed eletto nella lista Zaia.
In un post su Facebook, Valdegamberi sostiene: le dichiarazioni di Elena “mi hanno sollevato dubbi e sospetti che spero i magistrati valutino attentamente. Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita”. Proseguendo, il consigliere regionale sostiene “il tentativo di quasi giustificare l’omicida dando la responsabilità alla ‘società patriarcale’. Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza. Sembra una che recita una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito”.
Immediata la presa di distanza del presidente della Regione Luca Zaia dalle parole di Valdegamberi: “Mi dissocio totalmente da Valdegamberi. Ho avuto modo solo in questo momento di leggere quanto scritto dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi, nelle sue pagine social. Sono parole dalle quali mi dissocio totalmente, nei concetti espressi e nelle modalità, ha detto il governatore all’Ansa. “Penso – ha aggiunto – che sia il momento del dolore e del suo rispetto, non certo quello di invocare l’intervento di magistrati sulle dichiarazioni personali della sorella di una ragazza che ha perso la vita in questo modo tragico”. “Siamo tutti chiamati – ribadisce Zaia – a una riflessione profonda, intima, e soprattutto a combattere ogni forma nella società di violenza sulle donne. Giulia è la 105esima vittima innocente in questo Paese; c’è un grande lavoro da fare per formare l’intera comunità; ben venga il lavoro nelle scuole, sulle nuove generazioni e sull’intero strato sociale”, conclude Zaia.
Critiche e una richiesta di dimissioni vengono avanzate da parte della deputata Pd Rachele Scarpa.
Interviene il coportavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli: “Valdegamberi è semplicemente indecente: nutre sospetti sulla sorella di Giulia Cecchettin, Elena, dopo la sua intervista. Secondo lui, sarebbe troppo fredda e apatica, tanto che dovrebbe indagare la magistratura. Sospetti che si trasformano in certezza quando il consigliere visita il sito web della ragazza. In base a quale elemento la magistratura dovrebbe indagare su Elena Cecchettin, sorella di Giulia? Perché fredda? Perché non si veste secondo i gusti del consigliere regionale? Le insinuazioni dell’esponente della maggioranza di Zaia in Veneto sono gravissime e per questo presenterò un’interrogazione parlamentare alla premier Meloni: sui femminicidi non è ammissibile che esponenti istituzionali possano avere simili comportamenti”.
Anche la senatrice dei Verdi Aurora Floridia chiede le dimissioni di Valdegamberi: “Il suo è un comportamento inqualificabile per il ruolo istituzionale che ricopre, che non può più essere tollerato. Serve un cambio di rotta. La Regione sia d’esempio e chieda immediatamente le dimissioni di Valdegamberi”.
Le dimissioni di Valdegamberi vengono chieste dai segretari del Pd veronese Franco Bonfante e Alessia Rotta: “Ci aspettiamo che Zaia parli con il suo consigliere e lo induca a ritrattare e a scusarsi, o che altrimenti prenda atto che Valdegamberi si rivela un indegno rappresentante di qualunque veneto, indipendentemente dal colore politico”. E anche Più Europa di Verona chiede che Valdegamberi si dimetta.

L’esperto: “Non sono bravi ragazzi”

Cianconi, psichiatra, e il ritratto di Turetta: “Profili dispotici e violenti. Cambiare cultura”

“Questo ragazzo, è come tutti quelli come lui: non sono affatto bravi ragazzi. I loro genitori li definiscono tali, ma sono soggetti violenti, viziati, spesso caratteropatici, cresciuti nella cultura patriarcale. Ci sono due aspetti da considerare: il tema sistemico, legato alla cultura maschilista del nostro Paese e c’è poi una fattispecie del profilo specifico di questo ragazzo. Ma è senza dubbio un problema sistemico e culturale e questa situazione può essere modificata solo dall’alto, dalla politica che deve costruire un’ altra cultura che favorisca la parità, la democrazia e la tolleranza. In caso contrario questi soggetti crescono e si autoconfermano con altri maschi “normali’ che discutono delle forme e dell’ intelligenza delle donne negli spogliatoi in palestra, tra una birra e un altra al bar, sui social”.
Ne è convinto alla luce della sua carriera e formazione e lunga esperienza Paolo Cianconi, raggiunto dalla Dire, psichiatra, psicoterapeuta e Phd in neuroscienze, esperto in psicotraumatologia e personalità abusanti, che lavora da 23 anni come psichiatra presso la Casa Circondariale di Regina Coeli di Roma. Cianconi lancia un appello: “Gli uomini manifestino chiaramente la propria disapprovazione tutte le volte che sono spettatori di discorsi maschilisti. Trattino con rispetto tutte le donne, si oppongano allo scempio culturale ogni volta che ne hanno la possibilità. Lo facciano gli uomini. Questa triste vicenda è quindi un episodio di violenza da partner intimo. Da parte di un individuo le cui caratteristiche di personalità verranno giudicate poi in ambito processuale”.
“Da come si è comportato- spiega l’esperto- controllando la compagna potrebbe avere tratti di gelosia paranoidi e/o tratti narcisistici covert (vista la questione dell’invidia della laurea), che non rientrano per forza in un quadro diagnostico ma definiscono solo le caratteristiche della personalità. Chi da a questo ragazzo il diritto di agire in questo modo se una donna ha deciso di porre fine alla relazione con lui?”, domanda lo psichiatra. “Sono profili dispotico violenti. Se siamo al 105 esimo femminicidio non tutti questi individui sono malati mentali, la maggior parte sono criminali, giustificati dalla cultura, dalla loro famiglia, dagli amici, dai social. E non è un problema della gioventù: questo fenomeno giunge a noi da lontano. Io voglio ribadire- precisa Cianconi – che siamo nell’ambito delle forme della normalità, e lo stato non tutela le donne. Questo trend lo si vede spesso anche nelle aule di tribunale dove dovrebbe essere garantita la protezione. E invece spesso le donne poi vengono aggredite al di là delle parole. Questi individui come Filippo hanno il senso del fallimento interno, vorrebbero una donna che lenisca le loro ferite e viva asservita per tutta la vita. Questa ragazza se ne era andata, lo aveva lasciato; che poteva fare di più?”, chiede ancora.
Quali segnali per riconoscere questi soggetti? “Cominciano a lamentarsi, a lagnarsi- spiega Cianconi- a chiedere seconde possibilità, vogliono far pena, sono molto abili a manipolare. Riescono a ingannare anche i loro psicoterapeuti. Non bisogna arrivare alle botte, non bisogna aspettare il cosiddetto ‘salto di scala’- raccomanda lo psichiatra- non è detto che dal controllo del cellulare alle coltellate il percorso sia progressivo”. Filippo potrebbe esser passato da un comportamento di abuso psicologico all’omicidio. Il suo programma era eliminare Giulia e poi fuggire e darsi alla macchia”. E’ finita la benzina, sono finite le sue idee, è finita anche la sua vita.

L’Azienda ospedaliera ascolta le donne

Questa settimana molte le iniziative: visite, ambulatori, servizi di assistenza dedicati

In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre, l’Azienda ospedaliera aderisce alla ricorrenza partecipando alla terza edizione dell’(H) Open Week, che si terrà dal 22 al 28 novembre. L’Azienda Ospedaliera, che ha oltre il 70% dei sui dipendenti di sesso femminile, è particolarmente sensibile al tema. Infatti, quest’anno ci sono tre diverse iniziative diverse con l’obiettivo di incoraggiare le vittime a rompere il silenzio e avvicinarsi alla rete di servizi antiviolenza offerti dagli ospedali.
Visite e colloqui. Ecco gli indirizzi a cui rivolgersi per chiedere aiuto. L’USD PSICOLOGIA CLINICA Borgo Trento offre alle donne vittime di violenza colloqui psicologici gratuiti al 4° piano lato Mameli del Geriatrico. La prenotazione è obbligatoria, chiamando il numero 045 812 3412, dal lunedì al venerdì, oppure inviando una e-mail a psicologia.clinica.bt@aovr.veneto.it.
Le date disponibili sono: Dott.ssa Barbara Santini il 22.11.2023 dalle 13 alle 15; Dott.ssa Lorella Fontana il 23.11.2023 dalle 9 alle 11; Dott.ssa Maddalena Marcanti il 24.11.2023 dalle 9 alle 11; Dott.ssa Gigliola Bronzato il 28.11.2023 dalle 11 alle 13
Video informativi. Il 25 novembre saranno pubblicati sul sito aziendale due video informativi: “Il Centro Antiviolenza dell’AOUI di Verona: una realtà”, che spiega il funzionamento del Centro; “Percorso di accoglienza per le vittime di violenza di genere presso il pronto soccorso ostetrico ginecologico” spiega alle vittime il percorso da intraprendere e le tempistiche Campagna “Posto occupato”.
In occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne, l’Azienda ospedaliera partecipa alla campagna di sensibilizzazione “Posto Occupato”. Verranno allestite postazioni dedicate – sala di attesa del Pronto Soccorso Ostetrico- Ginecologico, sala di attesa degli Ambulatori Ostetricia e hall di Piazzale Canneto del Polo Confortini – per riservare un posto concreto a tutte le donne vittime di violenza. Il significato profondo di questo gesto è di rendere questa assenza-presenza una memoria tangibile e un monito per non sottovalutare i sintomi e i primi segnali della violenza, di cui il femminicidio è l’atto estremo.
“Come operatori sanitari, da anni, svolgiamo quotidianamente azioni a sostegno e in aiuto delle vittime di violenza fornendo un percorso di assistenza dedicato”, spiega il professor Massimo Franchi, direttore del dipartimento Materno infantile.
“Le donne vengono accolte nel Pronto Soccorso Ostetrico-Ginecologico in un ambiente appositamente allestito e separato dalla comune attività clinica, solo da personale sanitario femminile ostetrico- ginecologico con esperienza specifica di aiuto nelle prime fasi che seguono al dramma della violenza. Rivolgersi prontamente ai sanitari, anche in caso dei primi segnali, è fondamentale non solo per la diagnosi ma anche per ottenere una adeguata assistenza”.

“E’ una sfida che riguarda gli uomini”

Le reazioni di associazioni e politica. Nalin: “Coinvolgere i maschi”. Meli: “Più formazione”

PIU’ EUROPA. “Serve un cambio culturale e sociale. Determinante sarebbe un coinvolgimento in prima persona da parte degli uomini perché questa è “cosa” che li riguarda. Educazione affettiva e sessuale a partire dalle scuole. Serve una vera parità di genere a partire da quella retributiva per dare alle donne indipendenza economica e renderle meno indifese di fronte ai lupi che possono incontrare”. Lo afferma Anna Lisa Nalin, membro Segreteria Nazionale +Europa con delega all’equità di genere, Direttivo +Europa Verona. “La libertà delle donne, la loro indipendenza dà fastidio a uomini cresciuti nella cultura patriarcale e maschilista, ancora annidata in troppe pieghe della nostra società. Uomini maturi ma anche giovani o anziani, di diverse classi sociali: il filo rosso passa da limitazioni, soprusi, molestie, violenze inaccettabili”.
INNER WHEEL. “A nome delle socie dell’Inner Wheel Club di Verona esprimo la condanna di quanto avvenuto. Come associazione femminile ci siamo sempre battute per diffondere il nostro messaggio contro la violenza sulle donne, non solo a parole ma con i fatti, come quando l’anno scorso abbiamo promosso “la panchina Rossa contro la violenza sulle donne”, che si trova in piazza S.Nicolo’”, dice la presidente Emanuela Meli.
“Crediamo nell’importanza dell’educazione, a partire dall’asilo, per sviluppare capacità relazionali positive fra i sessi. Per questo abbiamo intenzione di collaborare al progetto “Centri Diurni educativi del Comune di Verona” , dove vengono accolti ragazzi dai 6 ai 16 anni in situazione di disagio sociale e familiare.In questo ambito, grazie ad educatori specializzati, si promuoveranno relazioni umane positive per superare comportamenti distruttivi e devianti. Ancora, abbiamo appoggiato la Casa per la Protezione della giovane con interventi a favore di donne vittime di violenza familiare. E’ necessario che le istituzioni intervengano sul piano formativo perché questi fatti crudeli ed abnormi non abbiano più a ripetersi”.
LEGNAGO. Il Comune di Legnago invita la cittadinanza tutta ad unirsi a Legnago Donna partecipando agli eventi, prestando il proprio servizio come volontarie ma anche dimostrando attenzione alla quotidianità che ci circonda. Se si conosce una donna, una ragazza, una famiglia che vive nella sofferenza, nel disagio, nella violenza, non si abbia paura di avvicinarla, di accompagnarla a chiedere aiuto o di indicarle i servizi cui può rivolgersi.
PESCANTINA
La Commissione Pari Opportunità del Comune, presieduta da Natascia Zordan, propone alla comunità pescantinese un programma di sensibilizzazione che partirà venerdì prossimo 24 novembre 2023, alle 21 al teatro comunale Bianchi di Piazza degli Alpini, con lo spettacolo creato ad hoc dalla Compagnia teatrale Ad Punctum “Elpis Ipazia – Una Speranza”, incentrato sulla vita di Ipazia, scienziata dell’antica Grecia, tragicamente assassinata, divenuta poi simbolo della libertà di pensiero. “Purtroppo”, sottolinea la presidente Natascia Zordan, “il provvedimento autorizzativo del complessivo programma non è stato approvato dalla Giunta che poi è stata revocata dal sindaco Davide Quarella rendendo così definitivamente impossibile per la Commissione accedere ai fondi comunali già da tempo a ciò destinati. Ma la Commissione non si è data per vinta e in tempi rapidi è riuscita a raccogliere i fondi necessari per lo spettacolo teatrale: ci siamo appellate alla nostra comunità che, a sua volta, non si è tirata indietro, ma ha contribuito a rendere ancora più potente la forza delle donne che d’innanzi alla difficoltà trovano soluzioni. Non possiamo quindi che ringraziare di cuore agli sponsor, la compagnia Ad Punctum e l’ex assessore alle pari opportunità Loretta Sorio”.