Gli investigatori della Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza che dispone 16 misure cautelari, 6 emesse dal GIP del Tribunale di Verona nei confronti di giovani ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati che vanno dall’associazione per delinquere alla rapina, furto aggravato ricettazione, danneggiamento, indebito utilizzo di carte di credito e lesioni aggravate; e 10 misure cautelari, di cui 6 custodie cautelari in carcere e 4 collocamenti in comunità emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale per i minorenni di Venezia nei confronti di altrettanti minorenni per rapina, estorsione, furto, ricettazione, violenza privata, lesioni.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Venezia sono state avviate dalla Squadra Mobile scaligera a partire dal settembre del 2020 a seguito di due episodi di rapina compiute ai danni di due fattorini stranieri brutalmente aggrediti e derubati durante la consegna di alcune pizze a dei giovani richiedenti.
Nel corso dei mesi le azioni criminali compiute dagli indagati sono continuate: in particolare, sono stati presi di mira, con analogo modus operandi, spesso di notte o tarda serata ed in gruppo, persone percepite come vulnerabili (riders o coetanei).
Gli autori, come accertato dall’attività investigativa, sia maggiorenni che minorenni, appartengono ad una cd. baby gang che gravita nella città di Verona, ove gli stessi risiedono.
I giovani, che come emerso dalle indagini, sono dediti alla commissione di reati contro la persona e contro il patrimonio, mostrano di non possedere nessuna remora per le azioni illecite commesse, anzi se ne vantano, ostentandole anche attraverso i social network, che diventano strumento per pubblicizzare e rivendicare il loro operato.
Polato: E’ necessario fare prevenzione
Sull’episodio da registrare un intervento dell’ex assessore e oggi consigliere Daniele Polato, secondo il quale “E’ un grave problema non solo di sicurezza, ma anche sociale. Non è sufficiente la repressione, ma è necessario fare prevenzione. Cominciando magari dal controllo della frequenza scolastica, fino al sostegno della famiglia, dell’ambiente sociale e dello sport” e chiude “Tutte le istituzioni hanno il dovere di attivarsi nel modo più celere ed incisivo possiblie per il bene dei nostri ragazzi, che sono il nostro futuro.”