“Non è accettabile che bambini piccoli siano in coda per ore anche in tarda serata per avere il ‘lasciapassare’ e tornare a scuola. Sono indispensabili dei punti tampone riservati agli studenti, è incomprensibile l’ostinazione della Regione di non voler effettuare questi test direttamente negli istituti”.
A protestare è Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini, sottolineando in particolare le difficoltà nel territorio dell’Ulss 9. “Le situazioni più critiche, almeno a giudicare dalle segnalazioni, riguardano il centro di via Pasteur a Verona e quello di Legnago, con assembramenti fuori al freddo, nonostante la temperatura serale vicina allo zero. Con l’incremento dei positivi, il numero dei tamponi è destinato ad aumentare ulteriormente e devono essere trovate alternative. Bene le convenzioni con il privato convenzionato decise dalla Regione, peccato invece che a livello nazionale sia stata bocciata la possibilità di fare i test anche nelle parafarmacie per l’opposizione del centrodestra. Restiamo però convinti della necessità di una corsia ‘esclusiva’ per gli studenti per ridurre quarantene e ricorso alla didattica a distanza: quale luogo migliore delle scuole?”.