Aviaria, primo focolaio autunnale. Tra gli allevatori veronesi torna il timore per l’influenza Zoccante: “Serve una vaccinazione preventiva. Vogliono che chiudiamo le aziende?”

Torna tra gli allevatori veronesi il timore dell’influenza aviaria dopo la notizia del primo focolaio autunnale che ha colpito un allevamento di tacchini a Mira, provincia di Venezia, datato 1° ottobre dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie. Il caso per ora è unico e riguarda una zona isolata, ma per il settore è una spia rossa da non sottovalutare. “Il focolaio arriva in anticipo di un mese rispetto all’autunno dell’anno scorso – sottolinea Diego Zoccante, presidente degli avicoltori di Confagricoltura Verona –. Il freddo è arrivato presto e di conseguenza gli uccelli migratori lo hanno portato prima. Di fatto constatiamo che il virus, da alcuni anni, sta diventando un appuntamento fisso autunnale e per noi allevatori è una spada di Damocle che pesa. Già lo scorso 20 settembre i servizi veterinari della Regione hanno adottato nuove misure di prevenzione, che prevedono la chiusura di tutto il pollame degli allevamenti all’aperto, il divieto di partecipazione a fiere e disposizioni specifiche per l’accasamento dei tacchini. Ora ci troviamo, nonostante tutte le precauzioni, a temere i possibili contagi. Risulta difficile fare programmazione, per un settore che vive nell’incubo aviaria, anche perché i nuovi decreti impongono accasamenti raggruppati, che creano sfasamenti nella produzione. Ricordo che ci sono produttori in stand by da mesi e che i fermi programmati pesano sulle spalle degli allevatori, senza contare che veniamo da anni in cui si è lavorato al 50%. Per noi non è più possibile pensare a stop non indennizzati, tanto più che solo in questi giorni stiamo ricevendo i ristori relativi all’aviaria del 2022. Come possiamo riuscire a sopravvivere?”. Secondo Zoccante bisogna prendere decisioni drastiche. “Serve una vaccinazione preventiva. Da tempo si parla di una sperimentazione riguardante i tacchini, così come la Francia sta sperimentando un vaccino sulle anatre. Ora bisogna passare ai fatti, perché abbiamo bisogno di ritornare a lavorare con serenità. In alternativa, proponiamo un cambio di attività, ma a patto che non ricada sulle spalle degli allevatori. Vogliono che chiudiamo le aziende? Ci devono indennizzare”. Secondo i dati di Veneto Agricoltura, in regione ci sono 788 allevamenti di pollo da carne. di cui 434, oltre la metà, è ubicato nella provincia di Verona. Aumentano gli allevamenti di tacchini, che risultano 432 (+8%), con capacità di accasamento maggiore di 500 capi. Di questi, ben 300 si trovano nel Veronese. Il valore regionale della produzione calcolato dall’Istat ammonta a 976 milioni: -8%, principalmente per il calo delle quotazioni. “Sono aumentate le produzioni, dato che negli ultimi anni, a causa dell’aviaria, erano state molto basse commenta Zoccante -. Ma se guardiamo il numero degli animali del 2019, vediamo che siamo a livelli inferiori. Ed anche la marginalità è piuttosto ridotta”.