Aviaria in un allevamento di tacchini Il focolaio scoperto in provincia di Padova e interessa 39 mila esemplari da carne

L’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) continua ad essere una seria minaccia per la sanità pubblica e la sostenibilità dell’industria avicola a livello globale. Il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha confermato ieri una positività da virus H5N1 HPAI in un allevamento di circa 39.000 tacchini da carne nel comune di Piove di Sacco, in provincia di Padova. Le autorità sanitarie, a seguito della convocazione dell’Unità di Crisi Regionale, hanno immediatamente disposto le azioni di gestione del focolaio e il monitoraggio negli allevamenti avicoli siti nelle zone di restrizione.
Si tratta di un evento molto particolare in questo periodo in Italia, anche se gli esperti considerano elevato il livello di rischio per gli allevamenti almeno fino a metà marzo. La vicinanza geografica degli allevamenti avicoli alle zone umide della Laguna veneta, maggiormente frequentate da uccelli acquatici, impone di rafforzare l’applicazione delle misure di biosicurezza nel pollame e la sorveglianza nei volatili domestici e selvatici.
Il Centro di referenza sta monitorando con estrema attenzione la circolazione e l’evoluzione del virus HPAI, attraverso un’intensa attività di sorveglianza. “In Europa si è osservato un cambiamento delle specie di uccelli selvatici coinvolte e una maggiore diversificazione genetica del virus H5N1 – dichiara Calogero Terregino, direttore del Laboratorio di referenza europeo (EURL) per l’influenza aviaria presso l’IZSVe – mentre in Italia quest’anno il numero di soggetti positivi tra gli anatidi è stato inferiore rispetto agli anni precedenti, nonostante l’epidemia di HPAI in Europa nel biennio 2022-2023 abbia nel complesso superato l’anno epidemiologico precedente. Gli esatti motivi non sono ancora del tutto chiari ma è probabile che molte specie aviarie stiano acquisendo una graduale resistenza verso i virus HPAI, il che rende la loro circolazione ancora più subdola e difficile da intercettare se non con un grande sforzo di campionamento”.