Quando ne parla, gli brillano gli occhi. “Pensate, avevo fatto firmare Maradona, costava solo 100 milioni…”. Gianni Di Marzio l’aveva visto in Argentina, dov’era andato per il Napoli. Ascoltarlo mentre racconta quei giorni, è come ascoltare una favola. “Venga, mi dissero, venga a vedere questo ragazzino. Andai. Mi sembrava troppo piccolo, non aveva un gran fisico, quello non è mai stata la sua forza. Vedrà, mi dissero, vedrà che cosa sa fare col pallone”.
Lo portarono un po’ in giro, gli fecero vedere dov’era nato, dove abitava. Il campetto dove incantava tutti. Forse Gianni Di Marzio non credeva del tutto a quello che gli stavano dicendo. Il mondo del calcio è pieno di fenomeni veri o presunti e di gente che ha visto piccoli geni. “Andai al campo”,riprende. “Ero curioso, ero là per scoprire dei talenti,per vedere se c’erano ragazzi da portare in Europa”.
Comincia la partita e… “dopo un quarto d’ora avevo già visto tutto. Il piccolo Maradona aveva già fatto tre gol, uno diverso dall’altro, uno più bello dell’altro”. Allora, che cosa fa Di Marzio? “A fine primo tempo andai dagli organizzatori e dissi: “Questo non fatelo più giocare”. Avevo pura che lo vedesse qualcun altro, che potessero portarmelo via”.
Il giorno dopo, la firma, tutto a posto: “Costava 100 milioni. Tornai a Napoli, Ferlaino mi gelò: costa troppo, è un ragazzino. Noi abbiamo bisogno di giocatori già fatti. L’anno dopo Maradona passò al Barcellona per 14 miliardi…”.