Controlli a tappeto per strada (anche per gli appostamenti con l’autovelox è stato il giorno della ripartenza), in azienda, e nei negozi: a due parrucchieri del centro sono capitati agenti in borghese prima delle 8 del mattino. La città è stata subito passata al setaccio e chi tra imprenditori, esercenti e negozianti in queste settimane riuscirà a non incappare nemmeno in una sanzione avrà compiuto il miracolo. Per il resto poca gente ai tavolini dei bar (che hanno avuto appena 24 ore di tempo per prendere le misure), e ristoranti che cercheranno di ripartire con convinzione nel fine settimana, soprattutto quelli del lago: se Verona ha dato immediatamente alcuni segnali di risveglio, da Peschiera a Garda – dove qualcuno pur si è visto – si aspetta il weekend, che si preannuncia all’insegna del primo gran caldo estivo. Tra la gente regna ancora l’incertezza, te ne accorgi allungando l’orecchio: “Valgono le leggi di Conte o quelle di Zaia?; “Sabato possiamo trovarci a casa con gli amici?; “C’è ancora la regola dei congiunti?”. L’ordinanza regionale recita: “E’ vietato ogni assembramento tra non conviventi in proprietà pubblica e privata”. Dopo tre mesi la politica non ci ha ancora spiegato cosa intende per “assembramento”: quante persone, a che distanza, per quali finalità. Boh. Si può fare una grigliata con persone estranee al nucleo familiare? Spiace, ma non abbiamo una risposta. Intanto la Bra e piazza delle Erbe hanno riaccolto i veronesi. Per i turisti dovranno aspettare almeno un paio di settimane, ed è per questo che nei locali del Liston l’atmosfera è ancora da quarantena. Molti locali proveranno a rimettersi in piedi. Altri, invece, si sono convinti che non è aria. E’ il caso dello chef Giancarlo Perbellini che giovedì riaprirà soltanto due dei suoi sette locali: la pizzeria Du de Cope e la tapasseria Tapasotto. “Non possiamo riaprire con questo livello di incertezza” ha spiegato all’Agi. “Ora manca il turismo e non riusciamo a immaginare se l’economica si riprenderà, quando e come. Come facciamo a riaprire?”. Per altri tre locali (Locanda Quattro Cuochi di Milano, ristorante Al Capital della Cittadella e pasticceria XDolce Locanda) attenderà probabilmente fine mese. “Non bisogna dimenticare che la cassa integrazione l’abbiamo anticipata noi a tutti i nostri dipendenti e che avevamo chiesto i prestiti a garanzia statale per cinque dei nostri locali e che, sono passati due mesi, a oggi non abbiamo visto nemmeno un centesimo” ha continuato lo chef. “Come al solito ci siamo salvati da soli e con le nostre forze, ma non avremmo potuto aspettare ancora. La riapertura era necessaria. Ora speriamo in una risposta adeguata del mercato”. L’unica certezza è che i dati del contagio, in Veneto, sono crollati: a Verona due soli nuovi positivi nelle ultime 24 ore. Undici, in totale, in tutta la regione. I prossimi dieci giorni ci diranno se la riapertura totale avrà prestato il fianco al virus o se invece l’infezione sarà scesa ulteriormente.