Autovelox, scatta il panico. ma questa volta non tra gli automobilisti ma tra i Comuni che vedono all’orizzonte il pericolo di dover restituire un bel po’ di denaro. Perché la Cassazione ha stabilito che la multa è valida solo se l’autovelox è omologato.Ma omologarli finora è stato impossibile. Tanto che anche a Verona tutti gli autovelox e i sistemi di rilevamento della velocità sono autorizzati ma non sono omologati. E’ la stessa cosa? Per la Cassazione no. E c’è il pericolo che parta una serie infinita di ricorsi da parte degli automobilisti sull’esempio del caso trevigiano.
E se teniamo presente che per le casse solo del Comune di Verona le multe complessive pesano per ben 27 milioni di entrate, l’introito da autovelox per quanto sia solo una parte di questo incasso, vale comunque il 10%: cioè 2,6 milioni di euro.
Il fatto è che, per quanto la Cassazione scriva che i sistemi autovelox debbano essere omologati, nessuno può esserlo perché mancano le norme che lo consentono.
Infatti, come dice anche il Ministero dei Trasporti, “Serve il regolamento, mai scritto dal ‘92”. E lo stesso ministero dei Trasporti si rende conto che si deve correre ai ripari e potrebbe intervenire inserendo una norma ad hoc nel nuovo Codice della Strada.
Perché, dice la Cassazione, l’autorizzazione dell’autovelox è condizione necessaria ma non sufficiente affinché la contravvenzione sia valida.
Ma chi può o deve omologare gli autovelox? Al momento nessun ente o istituzione perché appunto il regolamento ministeriale non c’è dal 1992.
r«Nessun ente può rilasciare certificati di omologazione», assicurano da Eltraff, società che realizza e vende misuratori di velocità interpellata da Repubblica. E anche all’Anci ammettono di saperlo bene.
E neppure le varie circolari ministeriali intervenute nel frattempo sono riuscite a fare chiarezza definitiva sul punto dell’omologazione/autorizzazione.
“La regola è scritta male, speriamo di non finire tutti in ginocchio…”
E’ vero che la sentenza per l’automobilista trevigiano non fa giurisprudenza e non può avere un valore erga omnes, però darà sicuramente slancio a tutti coloro che vogliono fare ricorsi e alle associazioni dei consumatori.
E a Verona? Il comandante dlela Polizia locale Luigi Altamura non nasconde la preoccupazione e sollecita un intervento nazionale che faccia chiarezza.
Perché appunto se nessun apparecchio è omologato, allora «ogni cittadino può sentirsi legittimato a fare ricorso. Ci stanno inondando di richieste, speriamo non ci mettano in ginocchio», dice allarmato Altamura, che è componente del Tavolo di coordinamento della polizia locale dell’Anci.
Come dicevamo prima infatti le casse dei Comuni potrebbero subire dei salassi tra spese processuali e rimborsi agli automobilisti che dovessere ottenere ragione. Ci sono Comuni, vedi quello di San Giovanni Lupatoto, che hanno messo a posto i bilanci con le entrate degli autovelox piazzati nei punti più pericolosi e dove più i “piloti” si mettono a correre.
Così come anche Verona da quando ha piazzato l’autovelox sulla bretella per lo Stadio e Verona nord ha visto calare drasticamente gli incidenti e sanzionato decine e decine di automobilisti allegri. Ora tutto questo rischia di andare in fumo.
«È l’effetto dell’inerzia del governo — continua Altamura — Non si possono chiedere controlli in regola quando la regola è scritta male».
E i controlli sulla velocità la Polizia locale di Verona li fa tutti i giorni secondo un calendario settimanale che viene diffuso dal Comune e che vede gli appostamenti sempre sulle strade più pericolose. Non solo autovelox, ma anche pistole telelaser e altri sistemi di ultima generazione sono sempre più utilizzati dai vigili, ma la mancata omologazione adesso costringerà a mettere tutto da parte?
se gli apparecchi sono autorizzati, si possono considerare anche omologatiPer uscire da questa confusione servirebbero solo due righe del Ministero in una norma che equipari l’autorizzazione già concessa all’omologazione, dando pari valore alle due procedure.
Ora dipende solo dal Governo: riuscirà a correre ai ripari in tempi abbastanza brevi da prevenire l’ondata di ricorsi che avvocati, associazioni consumatori e automobilisti stanno preparando?