“Stiamo affinando la bozza con ulteriori aggiustamenti e se ci confermano la convocazione di mercoledì noi ci siamo”. Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia dopo che il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, aveva annunciato che mercoledì a Palazzo Chigi firmerà il “patto per l’autonomia”. Insomma, tra i due governatori leghisti, anche se quello lombardo si è un po’ desalvinizzato, sul tema dell’autonomia è tutto un rincorrersi su chi arriverà prima al traguardo. “Mercoledì mattina a Palazzo Chigi firmerò il Patto per l’Autonomia della Regione Lombardia”. L’annuncio di Maroni era arrivato durante la presentazione del rapporto di fine legislatura agli stakeholder (portatori di interesse). Intervistato a Palazzo Lombardia, dove ha tracciato un bilancio delle cose fatte durante la legislatura, Maroni ha spiegato di aver raggiunto l’intesa con il Governo: “Stamattina (venerdì ndr) ho parlato con Roma. Siamo arrivati a una sintesi” ha aggiunto il governatore leghista.Maroni ha riferito di aver avuto gli ultimi contatti con Palazzo Chigi “proprio stamattina” sul testo della pre-intesa sull’autonomia frutto della trattativa col governo portata avanti insieme a Emilia-Romagna dopo i referendum di Lombardia e Veneto. L’accordo, ha spiegato nei giorni scorsi Maroni, ora dovrebbe passare nelle mani del prossimo governatore lombardo (si vota per le regionali sempre il 4 marzo) e del prossimo governo e comunque, per entrare in vigore, deve essere recepito in una legge nazionale approvata con maggioranza assoluta in Parlamento.Il governatore lombardo ha parlato di «un passaggio storico, siamo riusciti a mettere nel patto le cose che volevamo, in particolare i finanziamenti. Si cambia il sistema: maggiori risorse per la regione, maggiori responsabilità e vantaggi enormi per le famiglie e per le imprese». C’è «qualche novità ma niente di particolarmente significativo rispetto all’ultima bozza. Qualche novità sul sistema di finanziamento, cioè la compartecipazione al gettito di uno o più tributi erariali che vuol dire che ho interesse a fare investimenti perché aumenta il Pil, il gettito e il bilancio Regione. Seconda cosa rivoluzionaria sono i costi standard, una storica battaglia della Lega. E adesso viene messa nero su bianco. Si supera il criterio della spesa storica». Per la cronaca, alla storica firma ci sarà anche il governatore Pd dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che aveva fatto un pezzo di strada con Maroni.