“Ho l’impressione che a Roma si siano dimenticati del voto dei veneti: 2 milioni 300 mila persone hanno chiesto l’autonomia. Il governo ora deve decidere se ascoltarci o meno, tenendo presente che la storia si ricorderà della nostra richiesta. Le riforme creano sempre inquietudine, c’è chi dice che è una secessione dei ricchi, che non c’è solidarietà: invece sono convinto che si tratta di una grande riforma”. Luca Zaia non ha usato mezze misure. Il governatore del Veneto, alla presentazione del libro del costituzionalista Mario Bertolissi (tra i padri del referendum sull’autonomia) intitolato “Autonomia, Regioni e prospettive”, ha lanciato messaggi chiari a Roma. «Il processo è scritto nella pietra» ha tuonato. «Avevamo paura del muro di Berlino e poi quando è caduto abbiamo visto cambiare il mondo. Cinque Regioni hanno già l’autonomia, il processo col Veneto è già partito, si arriverà a 16. Ciò che non so dire è quando». Il “doge” ha parlato poi dei sindaci del Veneto: «Sono i nostri eroi. Per loro viene prima il territorio rispetto allo schieramento politico. In Veneto tutti i Comuni sono virtuosi». Netto anche il giudizio di Bertolissi: «Le opinioni sull’autonomia hanno portato a una partita uno contro tutti, e uno ero io che rappresentavo la Regione Veneto. Mentre il tempo passa» ha sottolineato il costituzionalista «il debito pubblico cresce e quindi l’autonomia è il percorso per concorrere a questa inversione, per recuperare sul gap economico. Abbiamo affrontato la questione non guardando al solo Veneto ma al Paese fino alla Sicilia, pensando al bene comune». Il governo centrale, però, con la bozza presentata dal ministro delle Autonomie Francesco Boccia, punta a livellare l’Italia verso il basso”.. Attendiamo dunque la riunione della Conferenza Stato-Regioni di venerdì prossimo: sarà il “D-day” per l’autonomia. Li si vedrà se si fa o meno.