Autonomia e migranti, corto circuito Villanova (Regione) avvisa Meloni: “Avanti con Calderoli”. Il Pd: “Comuni abbandonati”

E che la Lega non intenda mollare la battaglia sull’autonomia e la presa sul territorio, oltre che sul fronte delle Province arriva anche dalla Regione Veneto dove Alberto Villanova, presidente dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta ha presentato una risoluzione per ribadire che sull’autonomia il Veneto non ammette frenate. Province e autonomia delle Regioni: una corsa parallela di riforme che diventerà il tormentone leghista.
“La riforma dell’Autonomia è la priorità assoluta per i Veneti. Non c’è un minuto da perdere, anzi: il 2024 può e deve essere l’anno giusto per concluderne l’iter parlamentare. Per questo ho depositato una risoluzione in Consiglio regionale del Veneto per chiedere al Governo di accelerare. I rallentamenti non fanno bene a nessuno, né al Veneto, né
all’Italia”.
Sono queste le parole del Presidente dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta Alberto Villanova che ha depositato oggi una risoluzione in Consiglio regionale del Veneto per chiedere “La celere approvazione della riforma dell’Autonomia. La discussione parlamentare finalizzata a migliorare il testo del nostro Ministro Calderoli è positiva”.
Ma arriva l’avviso agli alleati, più centralisti e meno federativi.
“Se però questa diventa un pretesto, per qualcuno, per tirare il freno a mano, a noi non sta bene. Il Ministro Calderoli ha lavorato con passione e competenza, i tecnici chiamati a dare il loro contributo stanno facendo il proprio
dovere. Se, però, la discussione diventa un campo minato, allora i colloqui politici rischiano di
trasformarsi in pericolose incursioni. E in Veneto non c’è cittadino, azienda, impresa o lavoratore che voglia questo”.
Un avviso alla Meloni bello e buono.
“È bene quindi – conclude Villanova – che ognuno a Roma si faccia carico di questa priorità e la sostenga senza indecisioni in ogni sede e in ogni momento”.
Un tema, quello delle autonomie e del decentramento che sta facendo a pugni con la politica della gestione dei migranti. Perché quando lo Stato centrale è in difficoltà, scarica facilmente sui Comuni e gli enti locali.
Dicono infatti Franco Bonfante e Alessia Rotta, rispettivamente segretario provinciale e cittadino del Pd: “Gli oltre 100 mila sbarchi dall’inizio dell’anno hanno sgombrato il campo dalla vuota propaganda della destra, rendendo evidente che i flussi migratori non hanno colore politico ma sono un fenomeno epocale da affrontare che riguarda migliaia di persone disposte ogni giorno a rischiare la vita nella traversata del Mediterraneo per sfuggire a guerre, miseria e regimi illiberali”.
“Come hanno capito anche tanti esponenti del centrodestra, le alternative dell’accoglienza sono due: o i grandi hub che abbiamo già visto essere forieri di promiscuità, epidemie e tensioni sociali; oppure l’accoglienza diffusa, di cui però va ricostruita la rete esistente fino al 2019 che è stata smantellata dai Decreti Salvini”.
Nel Veronese l’emergenza cresce: “Con circa 9 mila persone in parte “parcheggiate” in tende, palestre e strutture temporanee, come il Cas di San Vito di Legnago, il Veneto e Verona sono sul crinale di questa scelta”.
“Invece di sbraitare o di riporre la fascia in un cassetto, come fanno certi sindaci leghisti che si comportano come fossero ancora all’opposizione”, proseguono Bonfante e Rotta, va chiesto con forza al Governo che i Comuni vengano supportati in modo serio e organico nella gestione dei migranti, per una accoglienza pacifica e rispettosa delle regole che passa necessariamente dall’organizzazione di servizi di integrazione quali l’insegnamento della lingua e la formazione professionale”.