Autonomia differenziata, si va in aula Al Senato si apre la discussione sul decreto Calderoli

LUCA ZAIA REGIONE VENETO

Autonomia differenziata, ci siamo?
Domani, martedì 16 gennaio, il disegno di legge Calderoli va in Aula in Senato, dopo il passaggio in commissione Affari Costituzionali, che non ha modificato in maniera sensibile il testo presentato dal ministro degli Affari Regionali; anzi, per volontà della maggioranza, è stato, secondo l’opposizione, in alcuni articoli relativi al regime finanziario addirittura peggiorato.
Il calendario dei lavori prevede 3 giorni di discussione: entro 19 il testo dovrà essere licenziato; un passaggio fulmineo, uno strangolamento, secondo alcuni, dei tempi di discussione del Senato considerando l’entità della posta in gioco, ovvero la devoluzione della potestà legislativa esclusiva su 23 materie che riguardano la nostra vita quotidiana (tra cui lavoro, ambiente, sanità, istruzione, infrastrutture, rapporti con l’UE), e che determinerà nel Paese diritti diversi in base alla regione di residenza. Il tutto senza nemmeno la definizione dei LEP, Livelli essenziali di prestazione a garanzia dei diritti sociali, come previsto in Costituzione.
Il “tavolo no AD” sarà in piazza il 16 gennaio per dire “no alla divisione della Repubblica e alla istituzionalizzazione delle diseguaglianze, e per dire sì all’uguaglianza dei diritti da Nord a Sud e al superamento degli squilibri territoriali”.
Di parere diametralmente opposto il presidente del Veneto Luca Zaia “non esito – ha detto – a definire il 16 gennaio di quest’anno come una data storica, al pari del 22 ottobre 2017 in cui si è celebrato il referendum consultivo nel Veneto. In quel giorno di ormai quasi sette anni fa è stata grande protagonista l’espressione della volontà popolare, come prosecuzione naturale da domani lo saranno i lavori parlamentari. L’approdo a Palazzo Madama dopo un attento percorso istituzionale conferma, ulteriormente e qualora ce ne fosse ancora bisogno, la perfetta coerenza del progetto con la Carta costituzionale. Questo momento cruciale per la vita del Paese, inoltre, ci conforta che è stato recuperato il tempo perduto e che non sono passati invano gli anni trascorsi in attesa che trovasse ascolto la richiesta del 98% dei Veneti che hanno risposto alla convocazione referendaria”.
Secondo Zaia le amministrazioni regionali, infatti, con l’autonomia ridurranno la distanza tra il potere decisionale e il cittadino, una grande opportunità per fare verificare e apprezzare la loro efficienza. “È la vera rivoluzione – ha concluso – che attendiamo da decenni, l’occasione per traghettare la Repubblica verso la modernità con coerenza con i suoi principi fondativi contenuti nella Costituzione”.
Vedremo come andrà il dibattito. Nel frattempo, con un post su Twitter-X, Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro, coordinatore dei sindaci dem, presidente di ALI-Autonomie Locali Italiane, ribadisce che “l’autonomia differenziata spacca l’Italia e riduce i diritti delle persone nella sanità nella scuola e nel welfare. Ci opporremo nelle Istituzioni e nelle piazze. Siamo pronti al referendum. Diciamo da adesso No a chi vuole dividere il Paese tra Nord e sud, città e aree interne”.