Autonomia a piccole dosi. Il lento cammino dopo il referendum del 2017 La Corte Costituzionale ha ammesso gli interventi di Veneto, Piemonte e Lombardia (destra e nord) contro i ricorsi di Puglia, Toscana, Sardegna e Campania (sinistra e sud). Sulla costituzionalità della Legge. Si deciderà a metà dicembre

Foto di Renzo Udali

La Corte Costituzionale ha ammesso gli interventi ad opponendum di Veneto, Piemonte e Lombardia contro i ricorsi di Puglia, Toscana, Sardegna e Campania sulla costituzionalità della legge sull’Autonomia differenziata. Questo passaggio rappresenta un momento significativo per il Veneto, come sottolineato dal presidente Luca Zaia, che così esprime il suo parere: “Con questa decisione, la Consulta ha riconosciuto l’interesse del Veneto a difendere la legge sull’autonomia e il diritto a vedere rappresentate le sue ragioni nel processo. È un passaggio importante perché da subito abbiamo sostenuto che la legge sull’autonomia differenziata è una norma che deve essere difesa nella consapevolezza che rappresenta l’avvio di un nuovo corso per il nostro Paese”. “La decisione della Consulta segna un rilevante risultato – prosegue il governatore del Veneto – che conferma la correttezza della volontà della Regione del Veneto nella difesa di una legge che delinea il procedimento volto a garantire forme maggiori di autonomia. E questo è il nostro obbiettivo. Non ci siamo mossi, infatti, per fare l’avvocato difensore del Governo che non ne ha bisogno; l’esecutivo, infatti, dispone certamente di tutti gli strumenti, i tecnici e i giuristi per portare davanti alla Corte le sue argomentazioni a difesa della legge Calderoli. Il Veneto, però, intende tutelare le sue ragioni perché se, per assurdo, la legge saltasse i primi ad essere penalizzati sono i Veneti che in base alla Costituzione hanno il diritto di chiedere l’applicazione dell’autonomia differenziata e avviare il previsto negoziato”. Il presidente Zaia conclude: “Siamo di fronte a un nuovo tratto di un cammino in cui non ci sentiamo e non vogliamo essere avversari di nessuno perché sappiamo che portare avanti le nostre istanze con serenità è una grande occasione per parlare delle grandi opportunità che il nostro Paese è in procinto di avere con l’applicazione della legge”. Già nell’incontro con il ministro Calderoli si sono poste le basi per un percorso condiviso. L’incontro, convocato dal Ministro Roberto Calderoli, aveva come obiettivo discutere la delega della Protezione Civile alle Regioni, una riforma che punta a migliorare l’efficienza e l’efficacia delle risposte alle emergenze territoriali, coinvolgendo più direttamente le autorità regionali. “Sono convinto che, una volta che il progetto sarà nero su bianco, anche chi è stato finora scettico riconoscerà il valore di una riforma che punta realmente a migliorare l’efficienza della gestione delle emergenze, accorciando la filiera decisionale e permettendo ai cittadini di avere risposte più rapide nell’eventualità di un’emergenza sul territorio. E’ un modo per portare la responsabilità delle scelte più vicina possibile ai nostri cittadini, lavorando in sinergia fra il contesto regionale ed un coordinamento nazionale” ha proseguito Zaia. Il Presidente ha, quindi, sottolineato l’esperienza del Veneto nella gestione delle emergenze, ricordando in particolare la grande alluvione del 2010: “Le emergenze in Veneto sono state eventi complessi e rilevanti. Dal 2010, con oltre 10.000 famiglie e imprese allagate in 235 comuni, abbiamo dimostrato efficienza, grazie non solo al lavoro straordinario dei volontari e dei Vigili del Fuoco, ma anche attraverso la realizzazione di opere di prevenzione, come i 23 bacini di laminazione e più di 3.000 cantieri aperti. Progetti emblematici della capacità delle Regioni nell’affiancare lo Stato nella gestione della Protezione Civile”, ha aggiunto il Presidente. Nei prossimi giorni tavoli tecnici verranno convocati per elaborare ulteriori osservazioni al documento elaborato dal Ministero degli Affari Regionali.