Audaci e creativi. La nuova edizione del Festival della Dottrina Sociale in Fiera Un invito alla riflessione pubblica per il raggiungimento del Bene Comune, con un occhio attento alle sfide quotidiane e ai pericoli che il futuro può riservare. Organizzato da Fondazione Segni Nuovi si terrà dal 25 al 28 novembre al PalaExpo

foto Udali

Un invito alla riflessione pubblica per il raggiungimento del Bene comune, con un occhio attento alle sfide quotidiane e ai pericoli che il futuro può riservare. È questo l’obiettivo di “Audaci nella speranza, creativi con coraggio”, la nuova edizione del Festival della Dottrina Sociale, organizzato da Fondazione Segni Nuovi che si terrà dal 25 al 28 novembre presso il Palaexpo Veronafiere di Verona.
Il Festival – organizzato dalla Fondazione Segni Nuovi è diventato ormai nella sua undicesima edizione un appuntamento di confronto etico e di riflessione tra numerosi soggetti diversi ed è stato presentato oggi al Municipio di Verona nella Sala Arazzi.
Alla conferenza stampa sono intervenuti: Federico Sboarina, Sindaco di Verona, Alberto Stizzoli, Presidente Fondazione Segni Nuovi, Adriano Tomba, Segretario di Fondazione Cattolica Assicurazioni, Mons. Martino Signoretto, Vicariato Episcopale per la cultura, l’università e il sociale e il membro del comitato scientifico, Luca Ferrarini.
“Costruire insieme, non lavorare contro, non distruggere, evitare i personalismi, svegliare il bene della comunità”. Le parole pronunciate da Monsignor Adriano Vincenzi in occasione di una scorsa edizione del Festival della Dottrina Sociale continuano ad essere attuali oggi, in un mondo provato da quasi due anni di pandemia, e dalle inevitabili conseguenze che l’emergenza sanitaria ha introdotto e imposto nelle nostre vite.
Si comincia giovedì’25 novembre alle 20.45 con il video messaggio di Papa Francesco. Seguirà il dibattito condotto con il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, con il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e con l’ex ministro del governo Berlusconi Giulio Tremonti. Il giorno successivo, dalle 10, si parlerà di democrazia con la presenza tra gli altri dell’ex parlamentare Rocco Buttiglione. A seguire si parlerà di giovani con Anna Fiscale, la presidente della cooperativa sociale Progetto Quid e con il professore Giorgio Mion, docente di economia aziendale all’Università di Verona. Venerdì alle 21 la consegna del Premio Imprenditori per il Bene Comune istituito da Cattolica Assicurazioni. Il terzo giorno si parlerà di impresa con la presenza tra gli altri del presidente nazionale di Coldiretti e di Ernesto Pellegrini, presidente dell’omonimo gruppo, oltre che ex presidente dell’Inter. Sabato pomeriggio poi appuntamento con la politica con la presenza di 6 sindaci insieme con Federico Sboarina. Oltre che di salute si parlerà di contrasto alla povertà con Stefano Zamagni presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali. La serata si conclude con lo spettacolo musicale “Emozioni’’, di Mogol e Gianmarco Carroccia. Chiusura domenica con il ministro delle Pari Opportunità Elena Bonetti. Le conclusioni affidate al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana.

L’emergenza sanitaria, infatti, ha reso evidente ciò che la crisi economica e quella sociale già in passato avevano evidenziato: la vita, nella sua durezza e verità, si manifesta indipendentemente dal nostro rifiuto di vederla o accettarla. Oggi, il rallentare della minaccia pandemica e la ripresa economica indotta dalle misure pubbliche consentono di rivolgersi al futuro con comprensibile sollievo. E non si tratta con questo di assumere atteggiamenti di fiduciosa attesa, e cioè che si realizzi qualcosa che ottimisticamente attendiamo. Si tratta invece di ritrovare la capacità di porre in essere tutte le possibili azioni per il raggiungimento del Bene, liberi però dall’esito, perché sostenuti dalla Speranza che quanto da ciascuno seminato, prima o dopo, darà sicuramente frutto.
Il tema del festival, perciò, affronta la necessità di spalancare gli occhi sulla realtà nella sua interezza, e ci invita a maturare e vivere in modo responsabile e disincantato, con la consapevolezza che è indispensabile uno sforzo comune di realismo e visione. In questo senso, la Speranza affina l’arte di cogliere le occasioni e attiva il coraggio di rispondere a ciò che accade, e non a quello che si vorrebbe ottimisticamente che accadesse.
Il tema indaga la necessità di avviare una ricerca audace, che consenta di giungere alla Speranza autentica e collettiva. Quella che, come l’ha definita il Santo Padre, In un’omelia a Casa Santa Marta, è un “buttare l’ancora all’altra riva”.