Atv disdetta il contratto integrativo A partire dal 1° gennaio 2023. Per Filt Cgil lo sciopero è una scelta inevitabile

STEFANO ZANINELLI

Il direttore generale di Atv Stefano Zaninelli ha formalmente comunicato alle organizzazioni sindacali la volontà da parte dell’Azienda di disdettare il contratto integrativo aziendale a partire dal 1° gennaio 2023.
“Una decisione assurda e forse strumentale destinata nel breve periodo ad avere un impatto fortemente negativo sui salari dei lavoratori,- hanno detto Alessandro Poles, segretario generale Filt Cgil Verona e Silvano Danieli, Filt Cgil Verona- che in questo modo verranno tagliati del 20-30% a seconda del settore e della anzianità di servizio (oggi un autista neo assunto percepisce 1.200 euro al mese mentre uno a fine carriera 1.700 euro), ma anche sulle condizioni di lavoro. Basti infatti pensare che il contratto nazionale (che diverrebbe l’unico punto di riferimento normativo) non prevede alcun limite di orario all’infuori di un tetto massimo di 48 ore settimanali comprensive di un riposo. Ciò rende il ricorso allo sciopero una scelta inevitabile’’.
Come Filt CGIL Verona, congiuntamente alle altre organizzazioni che decideranno di aderire, già da Lunedì 3 ottobre saranno compiuti tutti gli atti necessari ad attivare le procedure di raffraddamento previste dalle leggi a tutela dei servizi minimi essenziali, con l’obiettivo di arrivare quanto prima alla proclamazione dello stato di agitazione.
Per i sindacalisti è infatti inaccettabile che una azienda pubblica posseduta dal Comune di Verona per il 50% e da Ferrovie Nord Milano, che macina milioni di euro di utili (2,8 milioni l’attivo dell’ultimo bilancio) e che non ha mai smesso di far profitti neanche negli anni bui della pandemia (grazie alla cassa integrazione dei lavoratori, agli aiuti dello Stato e allo spirito di servizio dei suoi autisti), possa anche solo pensare di scaricare sui lavoratori i costi della nuova congiuntura economica. Tutti conosciamo le difficoltà relative all’aumento dei costi dei carburanti, ma è assurdo pensare di farle pagare ai lavoratori.
“Deve essere chiaro-aggiungono- che la disdetta del contratto integrativo (che si rinnova automaticamente ogni 5 anni salvo diversa comunicazione di una delle parti) è una decisione unilaterale dell’azienda Atv, che risulta essere stata presa dal cda in accordo con tutte le altre cariche sociali. Nella brevissima finestra di trattativa rimasta aperta negli ultimi 15 giorni, né il presidente Bettarello, né il direttore Zaninelli hanno mai ammesso alcuna possibilità di ritirare la disdetta. Una posizione per noi inaccettabile perché equivale a mettere le mani nelle tasche dei lavoratori. Pertanto metteremo in campo ogni iniziativa utile a fare in modo che ciò non accada. Nella nostra azione chiederemo anche il sostegno e la solidarietà dell’utenza perché un ulteriore taglio dei salari significa peggiorare la già grave carenza di autisti con ovvie conseguenze negative sulla qualità del servizio’’.