Nel 2016 è proseguita e si è consolidata la crescita economica dell’area dell’euro, con il prodotto interno lordo aumentato dell’1,8%, dopo l’aumento dell’1,9% registrato nel 2015. A trainare il PIL sono state tutte le componenti della domanda, con i consumi privati e gli investimenti fissi lordi cresciuti rispettivamente dell’1,4% e del 2,9%. Le Banche Popolari hanno supportato ancora una volta il tessuto produttivo proprio per favorire l’aggancio a questa timida fase di ripresa da parte delle imprese di dimensioni più piccole, erogando nuovi finanziamenti nel corso del 2016 alle aziende minori per un totale di 27 miliardi di euro, che si sommano ai 290 miliardi di euro già stanziati nel periodo 2008-2015 per sostenere l’imprenditoria locale nei momenti più difficili della crisi economica e finanziaria. A ciò si aggiungono i circa 12 miliardi di euro stanziati dagli istituti della Categoria per l’accensione di nuovi mutui ipotecari che hanno permesso a numerose famiglie l’acquisto di una abitazione di proprietà. Ciò in un contesto che ha visto per il sistema bancario a fine 2016 una diminuzione degli impieghi complessivi dell’1,2% per quanto riguarda la clientela amministrazioni pubbliche e settore privato, che evidenzia ancora una volta l’impegno delle Banche Popolari per i territori e le comunità. In particolare (figura 1) emerge chiaramente come anche nel 2016 e nei primi mesi del 2017, così come avvenuto già negli anni passati, l’attività creditizia delle Banche Popolari ha interessato in misura più che proporzionale rispetto al resto del sistema le piccole e medie imprese a cui gli istituti della Categoria hanno destinato tra il 45% e il 50% dei nuovi finanziamenti totali ad imprese, contro un dato che per le altre banche è inferiore di oltre 5 punti percentuali. Tutto questo è avvenuto in un contesto di politica monetaria fortemente espansiva e con tassi d’interesse molto bassi (figura 2) che ha avuto effetti sul sistema bancario e, in particolare, su quegli istituti che fondano la propria operatività sul localismo e su un’attività creditizia di tipo tradizionale come le Banche Popolari. In questa situazione difficile, gli istituti della Categoria, di fronte alla necessità di fare delle scelte che partendo dalla salvaguardia della clientela “più debole” rendesse più resiliente il tessuto produttivo locale di cui la banca è espressione, attraverso il relationship banking sono riuscite a perseguire strategie che hanno portato ad andamenti migliori degli impieghi e ad una rischiosità inferiore o in linea con quella del sistema. Ciò è stato possibile attuando una politica dei tassi d’interesse tale da mantenere il costo dei finanziamenti allineato o inferiore alla media nazionale per tutta la clientela di riferimento, ossia le piccole e medie imprese e le famiglie , con un margine sostenibile leggermente più elevato per gli impieghi alle imprese di maggiori dimensioni esportatrici per le quali il tasso corrispondente è generalmente più basso. “La sfida che oggi attende il Credito Popolare”, ha scritto nella prefazione del Bilancio Sociale 2017, il segretario generale di Assopopolari Giuseppe De Lucia Lumeno, è quella di mantenere identità e ruolo nell’economia come nella società civile rafforzando l’interconnessione tra queste due dimensioni. L’attività bancaria -ha aggiunto- è tutela e valorizzazione del risparmio e del risparmiatore il quale, anche a causa delle enormi potenzialità offerte dalla tecnologia digitale e dai mercati in continua evoluzione, è spesso disorientato e indifeso e ha bisogno di consulenza, educazione finanziaria e fiducia, di professionisti capaci nel fornire risposte e garanzie. L’attività bancaria sull’altro versante è, per il Credito popolare, finanziamento dell’economia reale, crescita sociale e culturale. Sono obiettivi perseguibili se il sistema garantisce prossimità commerciale con tutti gli strumenti di contatto disponibili per mantenere saldi i rapporti con i territori. Per questo -ha concluso-, la biodiversità dei soggetti creditizi, sia per quanto riguarda la governance sia l’operatività, torna a essere un elemento strategico per l’intero sistema ancor di più oggi in attesa di una reale e più consistente ripresa”.