Attilio Benetti, nato nel 1923 e morto nel 2013, è stato paleontologo, storico, speleologo, etnologo. Definito “Patriarca della Lessinia”, ha fondato il Museo Paleontologico di Camposilvano e ha dato un contributo fondamentale allo studio, alla conoscenza e alla valorizzazione di questa terra. È stata una delle personalità più significative tra gli studiosi della Lessinia. Nato in contrada Cóvolo, dopo le esperienze di lavoro come migrante e le spedizioni speleologiche, ha scelto la sua contrada per vivere e compiere così la sua missione di studio, custodendo la grotta del Cóvolo e il Museo che oggi porta il suo nome. Il suo “Viaggio nel tempo” come hanno voluto chiamare le associazioni Le Falìe e Benetticeras l’evento che la sera del 10 agosto ricorderà Attilio Benetti a 100 anni dalla nascita e 10 dalla morte. Saranno due gli appuntamenti organizzati a Velo Veronese, che precederanno quelli in programma al Film Festival della Lessinia dove a Benetti sarà dedicata una tavola rotonda e un’escursione nei luoghi delle sue ricerche paleontologiche. Il primo vedrà come protagonisti i bambini e le bambine della scuola di Velo Veronese che porteranno in scena mercoledì 9 agosto alle 21 presso il Teatro Orlandi di Velo una leggenda raccolta da Benetti nel libro I racconti dei filò dei Monti Lessini e drammatizzata da Alessandro Anderloni con il titolo Il cammino del santo. Cinquanta bambini e bambine cantano l’antica leggenda di San Carlo Borromeo che, inviato a Trento dal papa per tentare di porre fine all’interminabile Concilio iniziato nel 1545, per evitare di essere fermato dai briganti che lo aspettavano alla Chiusa di Ceraino sull’Adige, salì Strada delle Sine per fermarsi a Camposilvano. Qui apprese le storie delle fade e degli orchi che tormentavano i montanari e, dopo essere sfuggito agli agguati dell’Orco Burlevole, giunto a Trento smascherò il diavolo che, travestito da vescovo, impediva che il Concilio giungesse al termine, scagliò la sua maledizione contro gli esseri malvagi dei Lessini e passò alla leggenda. Una storia che Benetti raccolse e salvò dall’oblio, consegnandola al futuro. Il secondo appuntamento è per la sera dell’anniversario della nascita di Attilio Benetti giovedì 10 agosto, nella piana di Camposilvano e poi davanti al Museo Geopaleontologico. Sulla roccia dell’ex cava del terreno di proprietà di Ilario Gaspari, grande amico di Attilio e compagno di spedizioni speleologiche, per un’idea di Francesco Sauro, sarà inaugurata la grande ammonite che l’artista bellunese Mauro Lampo ha scolpito nella roccia di giallo reale, a testimonianza “millenaria” della figura di Benetti. Il simbolo dell’ammonite richiama il viaggio nel tempo, quello che Attilio Benetti ha compiuto con i suoi studi. L’ammonite è anche il più simbolico dei fossili che Benetti ha cercato e studiato, dando il proprio nome a due nuove specie di ammoniti che sono custodite nel museo di Camposilvano. Alle 21 verrà inaugurata l’ammonite per poi trasferirsi davanti al Museo dove Alessandro Anderloni e Francesco Sauro, tra racconti e ricordi, tracceranno un ricordo di Attilio Benetti che precederà la proiezione di due film: Una notte nel Cóvolo di Tiziano Zatachetto e Le pietre di Attilio Benetti di Josef Schwellensattl. L’ingresso alla serata è gratuito.