Anche nella nostra città, così come sta accadendo a livello nazionale e mondiale, i casi di disagio tra i giovani e i giovanissimi si moltiplicano e preoccupano. E’ notizia di qualche giorno fa di alcuni tentati suicidi agiti tra le mura scolastiche veronesi. Difficile valutarne le cause dall’esterno, anche se è immaginabile che tra le possibili concause vi sia la difficoltà di tenuta, aggravata da una fase di vita particolarmente fragile, a uno stress prolungato in un clima di profonda incertezza a cui sono stati sottoposti gli adolescenti negli ultimi due anni.
La Pandemia, le restrizioni sociali, la preoccupazione, la paura, l’isolamento, la mancanza di strumenti per fronteggiare il disagio, possono aver acuito malesseri probabilmente già sotto soglia. L’adolescenza è per definizione l’età del cambiamento, adolescere deriva dal latino e significa crescere. Le espressioni del disagio adolescenziale possono essere differenti, in relazione anche alle caratteristiche di personalità e ai diversi contesti familiari, scolastici e sociali di appartenenza. L’adolescenza è una fase caratterizzata da instabilità e conflittualità, ma anche da flessibilità e creatività.
Se molte sono le potenzialità e le risorse di questa fase di vita, altrettanto elevate sono le problematiche e le difficoltà, che si possono esperire sia interiorrmente che nella relazione con l’altro. Le reazione internalizzate comprendono i disturbi del tono dell’umore come la depressione, i disturbi d’ansia, i disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia nervosa e la bulimia, l’isolamento e il ritiro sociale…
Le forme esternalizzate comprendono i gesti di autolesionismo e gli agiti anticonservativi, i comportamenti aggressivi nei contesti familiari e sociali, l’abbandono scolastico, i comportamenti a rischio e/o illegali, i disturbi della condotta, l’abuso d i sostanze psicoattive e le dipendenze comportamentali.
E’ fondamentale riuscire a intercettare il disagio in tempi ristretti e chiedere aiuto specializzato, questo per limitare e arginare rapidamente i problemi, prima che si cronicizzino limitando la qualità di vita dei ragazzi anche nel loro futuro prossimo.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta