Sono tornati i messaggi truffaldini sgli smartphone. Se già non vi è capuitato, potreste riceverli in questoi giorni: sta tornando in modo prepotente l’assalto dei truffatori che inviano finti messaggi per farvi poi aprire whatsapp e indurvi a condividere dati sensibili del vostro conto corrente.
“Ciao papà” oppure “ciao mamma”, e poi “il mio telefoono è rotto” oppure “mi è caduto il telefono” ma anche “ho perso il telefono” e l’invito a richiamare o mandare un messaggio su un altro numero: sono questi infatti gli ingredienti di una truffa che viaggia fra gli smartphone dei genitori italiani in questa estate 2024.
Episodi analoghi sono stati evidenziati già l’estate scorsa e le forze dell’ordine mettono in guardia: il modo per difendersi è sempre lo stesso: non cliccare e non richiamare.
Il nuovo fenomeno si chiama smishing ed è un vero e proprio allarme: gli SMS sono la nuova, vecchia arma nelle mani dei criminali informatici.
Come si vede dall’immagine qui sopra, il tenore della comunicazione, che generalmente arriva via SMS, è allarmante e potrebbe spingere la persona contattata a seguire le istruzioni.
Cosa che non si deve assolutamente fare: la polizia Postale ricorda che “se ricevi un messaggio da tuo figlio che ti avvisa di avere rotto il telefono e ti chiede di salvare il suo nuovo numero tra i contatti della rubrica, potrebbe trattarsi di una truffa” e che “al primo messaggio seguiranno richieste insolite di denaro, la ricarica di una carta prepagata, le credenziali per accedere al conto corrente”. Il consiglio, allora e adesso, è sempre il medesimo: “Non rispondere al messaggio, cancella la conversazione e, se lo hai salvato, elimina il numero dalla rubrica”.
Lo scopo non è farsi richiamare. Il punto fondamentale da capire è che quelli che si presentano come messaggi inoffensivi sono solo l’inizio, un possibile amo attraverso cui i criminali informatici cercano di conquistare la fiducia delle loro vittime, di agganciarle per esortarle a comunicare dati personali.
È vero che da un SMS o da uno scambio di messaggi su WhatsApp nessuno può rubare nulla, dicono gli esperti, ma altrettanto è vero che la creazione di un canale di conversazione è una porta aperta che permette al cybercriminale di costruire una storia credibile, magari scoprendo la banca che utilizzate e di cui siete clienti, o conoscere il nome di qualche familiare che viene poi utilizzato per dare sostanza alla truffa e impostare futuri attacchi.
La soluzione è solo una: non cliccare sui link, non scrivere, non richiamare e dubitare continuamente. E magari provare a contattare il figlio sul numero che già si ha, il suo vero numero.