Tutto il Mondo sta combattendo da mesi una dura battaglia contro il Coronavirus: il nostro Paese sta pagando un prezzo altissimo, in termini economici ma soprattutto di vite umane. In questi giorni però l’attenzione di tutti noi è rivolta alla tanto attesa fase 2, al via dal 4 maggio.
Tuttavia, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha chiaramente detto di temere una seconda ondata di contagi, che potrebbe essere devastante.
“Vogliamo ribadire che allentare le restrizioni non rappresenta la fine dell’epidemia in nessun paese. La fine dell’epidemia richiederà uno sforzo costante da parte di individui, comunità e governi per continuare a reprimere e controllare il virus”.
“I cosiddetti lockdown – ha aggiunto – possono aiutare a smorzare l’epidemia, ma non possono farcela da soli. I Paesi devono ora assicurarsi di poter rilevare, testare, isolare e curare ogni caso e rintracciare ogni contatto”.
A parlare è Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), intervenuto in conferenza stampa a Ginevra su COVID-19.
Una seconda ondata sarebbe particolarmente grave. E c’è già un esempio eclatante.
A Singapore, infatti, dopo una prima ondata che è stata ben contenuta dalle autorità locali, si sono registrati 2500 nuovi contagi in appena 48 ore. Si tratta di un numero particolarmente elevato se si pensa che i casi accertati salgono adesso a 9125, di cui 1.426 registrati nella giornata del 20 aprile; il 27% dei casi di contagio da COVID-19 si è concentrato in soli due giorni.
Analizzando poi le mappe dei contagi, i focolai si sarebbero sviluppati nei dormitori dei lavoratori provenienti dall’estero, soprattutto da altri Paesi asiatici.
L’ipotesi di un contagio di ritorno “straniero” torna quindi a far parlare di sé ed è da tenere nel dovuto conto, soprattutto in vista di una FASE 2 che prevede il ritorno graduale al lavoro: sarà necessario prestare la massima attenzione.