“L’influenza dei social media sui processi cognitivi del cervello e delle relazioni umane” è un tema di grandissima attualità e di rilevanza scientifica, sociologica e culturale.
A parlarne per la sezione AMMI di Verona, nella sala parrocchiale di San Luca Evangelista, è stato Antonio Lasalvia, professore associato di Psichiatria dell’Università di Verona e responsabile del Centro di salute mentale di Verona Sud. Un tema scelto per la festività di San Luca, patrono dei medici.
Ad aprire l’incontro è stata la presidente, Maria Marinelli ,dell’Associazione Mogli Medici Italiani – AMMI – Donne per la Salute, libera associazione apartitica e apolitica, che persegue finalità morali, sociali, culturali, assistenziali e previdenziali per la tutela della Donna, promuovendo iniziative nel campo dell’educazione e della prevenzione sanitaria della popolazione in generale e di quella femminile in particolare.
“La struttura dei social network – ha detto il professor Lasalvia – nasce dalla relazione tra le persone. Essi rappresentano le comunità virtuali, social 2.0, rese possibili dai social media che interagiscono per condividere determinati interessi. L’enorme sviluppo di internet ha creato le condizioni per la diffusione globale di facebook, twitter, google, linkedin, ecc.. Grazie ai social network, siamo connessi e le nostre relazioni si sono allargate a dismisura. Oggi siamo all’interno del web 2.0, – spiega il relatore -, ma stiamo entrando nella fase della realtà virtuale che ci permette di vivere una “seconda vita” parallela alla nostra”.
I dati parlano da soli: “In Italia ci sono 60 milioni di persone e 78 milioni di cellulari. Ciò significa che molti di noi hanno più di un contratto. L’84% della popolazione italiana usa internet; i social network non vengono utilizzati soltanto per scambiare o trarre informazioni, ma per incontrare delle persone, discutere con esse e avere delle occasioni di confronto. Il 71% degli italiani utilizza un media social, che solitamente cambia a seconda dell’età.” Tanti sono i dati interessanti che lo psichiatra rileva, non ultima la fascia d’età che più utilizza i social, compresa tra i 16 e i 64 anni. Ciò che colpisce è il tempo medio che l’italiano passa ogni giorno su internet, ben sei ore: tre guardando la televisione e altre forme di trasmissione, due ore su facebook e quasi due ore per chattare. Dati che rilevano l’aumento del 5% dei fruitori dei social media rispetto allo scorso anno’’.
Sono dati recentissimi quelli che ha illustrato il professor Lasalvia, sottolineando che dal 2020, anno in cui è cominciata la pandemia, si è avuto un aumento di 8 milioni di utenti.