Non sorprende che neppure stavolta il filobus vedrà la luce. E’ da metà anni ’90 che le giunte di Palazzo Barbieri annunciano di voler mettere le tiràche alla città, salvo poi fare dietrofront per un motivo o per l’altro. Il filobus era anacronistico già l’indomani dei mondiali di calcio nostrani, le cui opere incompiute a Verona si sono trascinate per oltre un decennio. Figuriamoci oggi. Tutti i principali centri europei hanno smantellato o stanno smantellato tale mezzo di trasposto, il cui fascino è innegabile, ma appartiene a mezzo secolo fa. Il filobus, a Verona, è stato ed è ancora oggi uno dei principali argomenti di discussione all’interno dell’amministrazione comunale. La maggioranza ha sostenuto fin da subito di aver ereditato il fardello e di doverlo portare a termine nel migliore dei modi per non incappare in pesantissime penali. La minoranza ha denunciato l’inutilità dell’opera, e chi non era contrario riteneva di poterla sviluppare meglio del comandante in capo. Tre anni di annunci, bordate, polemiche. Oggi la città è punto e a capo, e di certo non è stato il Covid a fermare l’eterna incompiuta. Il sindaco, già da settimane, ha fatto sapere che del progetto originale non se ne farà un bel niente e che al posto del filobus potrebbero essere importati degli autobus elettrici con delle mega ricariche al capolinea, un mezzo di trasporto senza fili, dunque. La città intanto è disseminata di cantieri, molti fermi da tempo. Per installare i pali ai quali avrebbero dovuto essere collegate le tiràche sono stati sradicati alberi e aiuole, in parte sostituiti da piante giovani, certo, ma che non saranno rigogliose prima di anni. I comitati di quartiere hanno vinto, ma è stata comunque una vittoria di Pirro dato che i disagi ci sono stati, ci sono ancora e ci saranno ancora per un bel po’. Ora, incalzato dalla minoranza, il sindaco ha tempo tre mesi per presentare ufficialmente il “piano b”, l’alternativa al progetto originario. Nel frattempo la priorità è diventata quella di riempire d’asfalto tutte le buche scavate finora.
A.G.