Atlantia è interessata all’acquisizione di Abertis ma deve essere un’operazione “friendly”, con il coinvolgimento di Caixa, la banca spagnola che controlla Abertis, e, comunque, non deve mettere a rischio i dividendi. E’ quanto ha chiarito l’amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci, nel corso dell’assemblea degli azionisti (è presente il 77,83% del capitale sociale), chiamata ad approvare, tra l’altro, il bilancio 2016 e lo stacco di un dividendo pari a 0,970 euro per azione, con la distribuzione a maggio di un saldo di 0,53 euro per azione che si aggiunge all’acconto di 0,44 euro per azione corrisposto nel 2016. Con Abertis “deve essere un’operazione totalmente friendly”, ha affermato Castellucci, spiegando che le recenti “fughe di notizie hanno comportato la necessità di accelerare il processo: non rimarremo in una situazione di incertezza a lungo”. Ricordando poi che da tempo Atlantia è impegnata in una diversificazione internazionale e nell’ottimizzazione del costo del capitale, il top manager ha sottolineato che “esiste la possibilità di ottimizzare il costo del capitale ricorrendo alla leva del debito sempre conservando un rating di eccellenza”. Non solo. Atlantia vuole avere al suo fianco il gruppo Caixa: “senza il loro coinvolgimento”, ha detto chiaro e tondo Castellucci, “la cosa non ci interessa”. Riguardo alle indiscrezioni sul costo dell’operazione (si è parlato di una valutazione di Abertis pari a 16 miliardi di euro, pressoché in linea con l’attuale capitalizzazione di mercato), Castellucci ha fatto presente che “il mercato conosce il valore corretto di Abertis e quello è il punto di riferimento più attendibile”. In particolare, l’offerta a cui starebbe lavorando Atlantia vedrebbe una componente cash pari a circa 11 miliardi di euro e azioni per la restante parte.