“Stiamo vivendo un momento tragico”, ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso della consueta conferenza stampa. “Anche da noi la pressione ospedaliera sta crescendo”, ha informato, “ma è ancora sostenibile”. Poi ha aggiunto: “Non scordiamoci che altre regioni sono in grossa difficoltà, hanno ospedali già pieni. Le misure che entrano in vigore oggi con l’istituzione della la zona rossa comportano ulteriori sacrifici, penso ai genitori con i bimbi a casa da asili e scuole. Voglio ricordare che è tragico questo assetto di guerra anche per alcune aziende, parlo dei ristoranti, dei bar, delle palestre, dei cinema, dei teatri, di tutte le attività che da oggi non possono lavorare”. Ma quando scatta la zona rossa? Zaia ha voluto sgomberare il campo da equivoci. “La zona rossa arriva in virtù di una legge nazionale che viene ispirata dal Comitato tecnico-scientifico, cioè dai migliori luminari del settore. Qualcuno potrebbe obiettare che non siamo andati in zona rossa a dicembre quando avevamo pressione sugli ospedali. Bisogna però sapere che sono stati cambiati i parametri e si va in zona rossa se ci sono 250 positivi ogni 100 mila abitanti o Rt superiore a 1,25. La legge prevede che duri due settimane. Spero sinceramente che due settimane bastino”, ha aggiunto Zaia. Capitolo scuole. “Ho sempre ritenuto che dovessero essere oggetto di verifica. Quando eravamo in zona arancione abbiamo chiuso dalla seconda media in su. Abbiamo ben presente che chiudere nidi, asili e elementari è un grosso problema. Ma non dipende da noi, la scuola chiusa per legge nazionale, rimane chiusa a prescindere dalla decisione della Regione. Non scordiamo che è la prima volta che chiudiamo le scuole dal lockdown dello scorso anno. Voglio anche precisare che se c’è una legge sul tema del congedo parentale è perché noi ci siamo battutti perché venga inserita”. E le difficoltà economiche delle aziende? “Stanno parlando di un finanziamento importante per aiutarle”, ha affermato il presidente della regione, “superiore a quanto è stato finanziato finora. Mi auspico che tutto questo sia vero. Siamo di fronte a uno scenario di guerra, con un virus che continua a colpire. Gli aiuti alle imprese vanno dati sulla base del fatturato. Ci vogliono aiuti importanti. Intanto è caos attorno al vaccino di Astrazeneca. I Nas, su disposizione della procura di Biella, hanno sequestrato in tutta Italia un altro lotto.
“Il lotto comprendeva 41.300 dosi. In Veneto ne sono state somministrate 20.952, eadesso ne rimangono 20.348 bloccate. Questo lotto è stato distribuito a tutte le aziende sanitarie venete con la sola esclusione dell’Ulss 1 Dolomiti e Ulss 9 Scaligera. Questo pone un altro problema, se il vaccino è causa o concausa della morte bisogna saperlo subito. Bisogna dire alle persone se è stata inoculata la morte. Questa situazione ovviamente non aiuta ad essere credibili sul fronte vaccini. Chi non vuole vaccinarsi, almeno disdica per non perdere dosi preziose, faremo una lista di vaccinandi da cui pescare in caso di disdette. E chi rifiuta ora di vaccinarsi in caso cambiasse idea, se fosse per me dovrebbe andare in coda alla lista”. Altri sieri anti-Covid. “Il vaccino Johnson&Johnson”, ha annunciato Zaia, arriverà per i primi di aprile. Ricordo che la vaccinazione non è obbligatoria, ma va precisato che dei 30 mila ospiti delle case di riposo, a dicembre 3.500 erano contagiati, mentre ora sono positivi poco più di un centinaio di anziani. “Questa mattina abbiamo convocato tutte le associazioni di categorie per effettuare le vaccinazioni all’interno delle aziende qualora ci fossero disponibili i vaccini”, ha poi continuato l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, “abbiamo presentato il protocollo e ci sarà una cabina di regia che verrà convocata per fine settimana. Tutto questo si potrà concretizzare solo se abbiamo vaccini a sufficienza e questo dovrebbe avvenire nel secondo trimestre, quindi da aprile in poi. La grande novità di questi giorni, è stato annunciato, è l’arrivo domani di 245 dosi di anticorpi monoclanali che corrispondono a 245 pazienti veneti che potranno essere curati perché basta fare una dose. Sono 4mila su base nazionale le dosi disponibili. Quindi domani arrivano le prime dosi di anticorpi monoclonali e da fine marzo ne dovrebbero arrivare altre.